Suggestioni sulla bolla o sulle… balle

Metto doverosamente le mani avanti. Può essere che il gran caldo contribuisca ad evocare suggestioni personali sull’ultima guerra di cifre, quelle per lo scivolo che, al lato pratico, il 7 luglio ha dimostrato di non scivolare gran che – si riguardino all’uopo le esilaranti immagini del sindaco Marco Bucci arrancante per arrivare in fondo e del suo mentore, il Governatore Giovanni Toti che, giunto faticosamente ed accaldato a metà, ha preferito  rimettersi in piedi e non provare a scivolare sulle terga -. Quello stesso scivolo che poi, a quasi un mese di distanza dall’evento partecipatissimo, che ha deliziato almeno 120 mila persone, genovesi e non, si è preso la sua rivincita dimostrando che almeno uno scivolone, grande e fragoroso, è stato in grado di provocarlo.

La suggestione, condivisibile oppure no, è quella di farmi risalire ad un’analoga guerra di cifre di 26 anni fa che provocò le immediate dimissioni dell’allora sindaco, ed esponente di un PSDI boccheggiante in termine di voti, Romano Merlo. Merlo era “uscito sindaco”  a sorpresa, come un coniglio da cappello di un prestigiatore, due anni prima e si era dimesso nell’ottobre del 1992. Giusto un’era fa, quando il Comune e gli altri enti, dalla Provincia retta da Franco Rolandi, esponente di punta del Psi locale, componente Delio Meoli, alla Regione, dal Cap alla Camera di Commercio, confluiti nell’Ente Colombo con il compito di pubblicizzare l’Expo 1992, e presieduto da Renato Salvatori, socialista e AD dell’Ente, dopo un articolo uscito con grande evidenza sul Secolo XIX, avevano dovuto ammettere che l’evento era stato un flop rispetto ai 3 milioni di visitatori preventivati. Cifra poi ufficialmente ridimensionata in un milione e settecentomila visitatori reali. E secondo, i numeri del Secolo XIX, scesi ulteriormente, a consuntivo avvenuto, a soli 870 mila visitatori. Un drappello pari agli allora visitatori di un qualunque salone Nautico. Il tutto a fronte di massicci finanziamenti miliardari dello Stato piovuti su Genova. Romano Merlo, il classico vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro, aveva immediatamente rassegnato le dimissioni. Quasi 26 anni fa. Era il 22 ottobre del 1992.

Romano Merlo annuncia le sue dimissioni

È giusto dire che, a scanso di equivoci, la portata di questa querelle, rispetto a quella del 1992, risulta di molto inferiore. Altra cosa l’evento delle Colombiane con tutte le sue aspettative e i finanziamenti miliardari, rispetto allo scivolo che non scivola sul quale, in fin dei conti, Sindaco e giunta hanno dimostrato al contrario di scivolare. E parecchio.
Nel 1992 si era parlato ancora di operazione politica. Una sorta di agguato al povero Merlo. Tanto che la polpetta avvelenata era stata servita proprio dalla Provincia allo scopo di imporre al povero Merlo di dimettersi. In Italia in quel periodo iniziavano ad aleggiare le inchieste di Tangentopoli con le ditte che avevano provveduto a molti degli interventi sotto la Superba coinvolte in campo nazionale. Nemmeno otto mesi più tardi incappo’ nella disavventura giudiziaria del sottopasso e del parcheggio di piazza della Vittoria, insieme al fidato assessore Vittorio Grattarola, il sindaco Claudio Burlando, succeduto a Merlo a soli 39 anni, arrestato e poi assolto e riabilitato con tanto di risarcimento in milioni di lire e posto nel governo di Romano Prodi come ministro dei trasporti.
Sulla querelle per le dimissioni di Merlo intervenne un allora giovanissimo consigliere comunale radicale Vittorio Pezzuto con una bella e lunga intervista a Radio Radicale. 

Radio Radicale
Clicca per ascoltare l’intervista

Tutta un’altra portata quella delle cifre di allora legate alle dimissioni di Romano Merlo, di quasi 26 anni fa, rispetto all’evento dei festeggiamenti per il settantesimo compleanno della Costa realizzati a Genova. Anche se stupi’, 26 anni fa, come stupisce allo stesso modo oggi, la leggerezza con cui gli enti pubblici calcolano e continuano a calcolare gli esborsi finanziari o il numero dei visitatori dell’Expo che dovevano finire per fare cassetta.

Per tornare all’attualità del confronto fra i numeri e leprevisioni di spesa della Serafini e quelli del consuntivo di Marco Bucci, lascia basiti che si parli di cifre in cui, fra il difetto e l’eccesso ballano 85 mila euro, pari a, convertitore alla mano, 164.582.820 lirette del 1992. Quasi 165 milioni  di lire. Senza dubbio non una grande cifra rispetto ai miliardi di lire ottenuti dallo stato per la Genova delle Colombiane. Epperò, visto che il sindaco Bucci ama i raffronti numerici, anche in questo caso si parla di una differenza in difetto di quasi due terzi fra preventivo e consuntivo. Comunque rassicuriamoci tutti, perché probabilmente non sara’ questo il caso di chiedere le dimissioni. Tantomeno fino ad oggi nessuno le ha chieste. Fatta salva la richiesta dei Cinque Stelle di ottenere ulteriori chiarimenti. Rimane infatti, oggi al pari di allora, una macchia indelebile nell’operato dell pubblica amministrazione. Penso a che cosa potrebbe succedere per eventi di maggiore portata, riscontrata l’eccessiva faciloneria nel fare i calcoli. E, a maggior ragione, i contorni restano un giallo tutto da chiarire. Anche se molti commenti a favore dell’amministrazione di Bucci parlano e contrappongono a una Genova precedentemente sonnacchiosa una città che, grazie a queste iniziative, finalmente risorge alla luce. Da depurare in particolare anche i rapporti fra la giunta, il suo Sindaco e l’assessore uscente, per i quali, nessuno escluso, i rumors parlavano da tempo dell’esistenza di sinistri scricchiolii. In vista di un rimpasto imminente. Infine qualche doverosa domanda sul reale valore di questi amministratori sarebbe giusto porsela. A fronte di questo caso, imploso in queste caldissime giornate di inizio agosto. Francesco Gastaldi, mio amico social e professore universitario di architettura, salito agli onori della cronaca social come influencer politico e ridotto al silenzio e, comunque mio perenne punto di riferimento con il soprannome di Santo Subito, chiosa “ Carnival Cruise Corporation, fatturato 15,4 miliardi di dollari Usa, utile netto (2016) 2,8 miliardi di dollari Usa. Il Comune  deve “aiutare” o pagare servizi per un’azienda multinazionale  che fa 2,8 miliardi di dollari Usa di utile ?”. È una bella domanda.

Giona

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

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