Eccolo.
Immobile nel rombo della sua caduta. Ammasso di lamiere, cemento e sangue.
Scheletro arrugginito dall’incuria che incombe sulle case e sui carrelli che, avanti e indietro, portano ricordi e pezzi di vita.
Ora spunta un quadro. Una fotografia. Vestiti. Un’aspirapolvere.
Non doveva finire così.
Una fila di sedie all’ombra accoglie chi non vorrebbe lasciare la propria casa e sta lì, Cerbero degli anni duemila, a guardia della memoria.
Nella consueta zona rossa italiana, non vogliamo che resti la solita nebbia abitata da ombre innacertabili.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.