Genova – Ponti e non muri.
Questo il senso della preghiera che l’imam di Genova, stamattina alla Fiera del Mare, ha pronunciato per le due vittime albanesi di religione musulmana – Edi Bokrina e Marius Djerri – uccise dal crollo del viadotto Morandi.
“Nel nome del Dio unico, il crollo di un ponte, che sia fisico o metaforico, provoca sempre un gran dolore. Due punti che non si toccano più e portano via per sempre le vite di tante persone, segnando una perdita grave per l’umanità intera”.
E ancora: “Dio ci ha insegnato il valore dei ponti”, continua l’imam, “con l’unione del primo uomo e della prima donna, creando così l’unione di tutta l’umanità“.
Una lezione di tolleranza a chi, in giacca e cravatta, accende l’odio dell’uomo di questo tempo che, scriveva Bernanos, “ha il cuore duro e la pancia sensibile”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.