La dura legge del gol

Lo dice anche Enrico Mentana che l’Italia è una Repubblica fondata sul pallone. Un paese dove sei ore dopo i funerali di stato si scende in campo per la prima giornata del campionato di calcio. Si fermano soltanto per le due compagini genovesi che ne avevano fatto richiesta. Per le altre lo spettacolo deve andare avanti. Soprattutto per non intaccare i profitti milionari delle società di calcio e gli incassi dei diritti televisivi. E’ la dura legge del gol che coincide con quella del profitto. Anche se talvolta, anzi succede rarissimamente ma è così, occorre cogliere con ottimismo segnali in controtendenza. La Rai ha appena comunicato che durante l’intera giornata di oggi, quella dei funerali delle povere vittime del tragico crollo del viadotto Morandi, dichiarata giornata di lutto nazionale, sulle sue reti non verranno trasmessi spot pubblicitari. Un bel segnale in un momento in cui gli animi sono parecchio esacerbati. Il calcio, il carrozzone del campionato di calcio si era fermato, solo per la morte del capitano della  Fiorentina Davide Astori. E in quel caso era stata l’associazione calciatori a farne esplicita richiesta alla Lega Calcio. Una sorta di presa posizione di un sindacato, quello dei calciatori, che poi pensatela come volete, si potrà pure definire casta o meno. Eppero’ nemmeno per il terremoto lo spettacolo era stato interrotto. A fare le spese di questa impopolarità della Lega calcio e dello sport pedatorio/predatorio, inopinatamente, è stato quel bel meme con abbraccio del tifoso genoano e sampdoriano che diventavano, unendosi, il simbolico collegamento fra i due monconi del Morandi. A sollecitare lo spirito dei genovesi, tutti, a ritrovare l’unità per uscire nel migliore dei modi da questa situazione devastante.

E così sono apparsi meme con lo stesso significato ma le figure cambiate. Prima i vigili del fuoco e i volontari del 118, poi gli stessi due soggetti a cui sono stati aggiunti, vigili urbani, guardie forestali, polizia si stato e carabinieri. Mancavano soltanto i cani che hanno svolto il loro compito indefessamente insieme ai loro istruttori. Come se il calcio e il tifo non tutto comprendesse. Eppero’ il calcio e i suoi dirigenti avevano provato una volta di più che la legge del gol dipende dalla dura legge del profitto. O viceversa. Io comunque penso che, a questo punto, un seppur tardivo escamotage per la Lega calcio o per le società di calcio, almeno per limitare un po’ la brutta figura ci sarebbe. Potrebbero destinare tutti o solo una parte degli incassi e dei diritti televisivi alle famiglie delle vittime o agli sfollati in cerca di una nuova abitazione.E non pretendo tutti, anche se sarebbe cosa buona e giusta. Sarebbe un gesto importante per rimettersi in sintonia con lo spirito unitario di umanità che ci serve per ripartire.

Giona

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *