[vc_row][vc_column][vc_column_text]Genova – Dopo il crollo del Ponte Morandi, via Borzoli è rimasta l’unica arteria cittadina di collegamento alla Valpolcevera e ora rischia il collasso per il transito dei Tir che non rispettano l’ordinanza di interdizione.
Un provvedimento che risale al 2015, emanato dal Comune dopo il tragico incidente di Alessandro Fontana, lo studente travolto da un autoarticolato in via Giotto, e che stabilisce un divieto di transito per fasce orarie ai mezzi superiori alle 7,5 tonnellate.
“Via Borzoli è una strada senza marciapiedi” puntualizza Antonella Marras del Comitato Spontaneo Cittadini Borzoli e Fegino, che tiene a precisare: “Capiamo che è un momento di crisi per tutti, ma non vogliamo che succeda qualche altra disgrazia. Via Borzoli ha già visto il suo morto travolto da un mezzo pesante”.
Problemi di sicurezza, dunque, che si sommano al rischio di paralisi della città.
Continua Antonella Marras: “Parliamo di una strada con tornanti che non consentono il transito di mezzi di grandi dimensioni e c’è il rischio, nel caso due Tir si incastrino in curva o incontrino un autobus, di paralizzare la città, compresi i mezzi di soccorso e le ambulanze”.
Eppure sono molti i camionisti che per risparmiare qualche kilometro decidono di percorrere questa scorciatoia invece di utilizzare il tratto autostradale da Genova-Ovest a Bolazaneto, oggi gratuito.
“Basterebbe una postazione fissa della polizia Municipale” spiega ancora Antonella Marras che suggerisce: “La penso alla fine delle gallerie della nuova viabilità Chiaravagna-Borzoli-Erzelli, dove gli autisti che sbagliano possano comunque immettersi di nuovo nella circolazione che porta all’autostrada”.
È necessario cominciare ad affrontare la quotidianità prima che si arrivi a dover gestire un’altra emergenza.
Simona Tarzia[/vc_column_text][vc_video link=”https://youtu.be/Ilr-dRPQWaU”][/vc_column][/vc_row]
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.