Genova – A nove giorni dal disastro del Morandi, il Comitato degli sfollati di via Porro si è riunito questa sera per la prima assemblea pubblica nel chiostro di San Bartolomeo della certosa, a pochi passi dalla zona rossa.
Cinquecento persone che chiedono certezze per il futuro perché “non è colpa nostra se il ponte è caduto. Non dobbiamo pregare le istituzioni, dobbiamo esigere di tornare a prendere le nostre cose in sicurezza”.
Al microfono c’è Luca Fava, uno degli sfollati, che incassa un lungo applauso e aggiunge: “Le istituzioni ci devono tenere informati perché le decisioni le prendono sulle nostre teste, sui trenini di mio nonno, sulla mia collezione di dischi di Bruce Springsteen”.
Il primo pensiero, infatti, va ai beni abbandonati nelle case evacuate dove “ci viene impedito di entrare, siamo in zona di guerra”, commenta Franco Ravera, Presidente del Comitato, mentre dal pubblico si alzano le voci ci chi, in casa sua, non ci ha ancora messo piede: “Dal 12 giugno siamo proprietari di un appartamento esattamente sotto il ponte, ma non abbiamo ancora la residenza e non l’avremo mai. Vorremo la sicurezza di essere trattati come gli altri”.
Una tragedia nella tragedia, come per chi ha acceso un mutuo e la sua banca non lo ha ancora congelato: “Ho acquistato il 13 giugno un appartamento in via Enrico Porro. Dovevo entrare in casa questa settimana ma non ho i diritti degli altri, non sono nella lista, non sto aspettando una casa e non posso pagare sia l’albergo che un mutuo“.
A queste preoccupazioni si accompagna l’apprensione per gli sciacalli che girano intorno alle case vuote “soprattutto”, dicono, “dal lato ferrovia”.
A rispondere alle domande ci sono gli assessori del Comune di Genova Piciocchi, Fassio e Bordilli, mentre per la Regione gli assessori Scajola e Cavo.
Tutti assicurano il massimo coinvolgimento delle istituzioni e la continuità della tutela, anche dopo l’emergenza e anche per chi non era ancora residente al momento del crollo.
Sui mutui, in particolare, interviene Piciocchi a ribadire che le banche non devono chiedere nulla agli sfollati, nessun interesse: “Col mutuo voi avete pagato un’assicurazione, quindi non è un problema vostro. Se vi dicono il contrario venite da me e ci penserò io a cancellarli”.
Colpo si spugna del Comune anche sui tributi come IMU e TARI, che sarebbe una presa in giro richiedere per questi appartamenti da demolire, e pugno duro sui risarcimenti. Dice ancora Piciocchi: “Dovete essere risarciti a vita perché avete subito un danno enorme. Quando si aprirà la partita dei risarcimenti, Autostrade non dovrà guardare solo al valore commerciale”.
Unica beffa della serata? Quella di aver offerto a una famiglia una sistemazione sotto un altro viadotto, in piazzale Adriatico.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.