Il crollo del viadotto sul Polcevera mette la Gronda di nuovo al centro del dibattito politico
Genova – Vecchia Gronda, nuovo Ponte Morandi, una città in ginocchio che rischia il collasso anche economico se le realtà portuali decideranno di abbandonarla.
Nella nostra intervista Arcangelo Merella, già Assessore alla Mobilità e Trasporti del Comune di Genova per la giunta Pericu, ci offre la sua chiave di lettura della nuova mobilità genovese, stravolta dal crollo del viadotto sul Polcevera.
Questa la posizione di Arcangelo Merella
“L’immane e straziante disgrazia che ha colpito la città, impone ora uno scatto per trovare una soluzione in grado di affrontare l’inevitabile e pesante disagio che si riverserà su Genova. Il Comune sta cercando, insieme alla Regione, soluzioni alternative, sicuramente utili e indispensabili ma, purtroppo, non definitive. Soluzioni che, da sole, sono insufficienti a garantire la mobilità interna alla città e quella derivante dalla necessità di entrare e uscire da essa.
Servono azioni coraggiose e la proposizione di un modello di mobilità che faccia venir meno l’indispensabilità del mezzo privato.
Ma su questo tema ho già detto e altro dirò nei prossimi giorni.
Oggi voglio soffermarmi sulla suggestione del nuovo ponte, con eccessiva superficialità promesso in brevissimo tempo, ma che comunque andrebbe realizzato entro un anno, termine oltre il quale la città non regge, al fine di trovare una soluzione all’insopprimibile esigenza di attraversamento est ovest della città e l’accesso ai terminali portuali.
La costruzione di un nuovo ponte (qui prescindo dalle caratteristiche tecniche e architettoniche) dovrà rispondere ai requisiti di traffico ampiamente noti che insistono sul nodo, certamente diversi dalle previsioni effettuate negli anni ’60, alle esigenze di connessione con la viabilità urbana e di penetrazione verso gli assi di collegamento esterni (nord e est), smaltire un traffico che oggi è assetato su circa 80.000 veicoli giorno in quel tratto, dei quali almeno 11.000 sono mezzi pesanti. Dunque se il nuovo ponte avrà queste caratteristiche esso assomiglierà molto (anzi moltissimo) alla soluzione che in allora Regione Liguria sposò incontrando, tuttavia, il dissenso del Comune che finì, concluso il dibattito pubblico, ad individuare un percorso molto più alto mantenendo nello stesso posto il Ponte Morandi, conl’irricevibile proposta di declassare il vecchio tratto addossando al Comune gli oneri di manutenzione di gallerie e ponte Morandi.
Oltre non vado perché la cronaca ci ha già restituito un responso.
Dico solo che se queste considerazioni sono plausibili, forse si può fare a meno del progetto della gronda così come sta per essere approvato in fase esecutiva.
Una proposta scandalosa? Può darsi, ma almeno parliamone”.
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