Genova – Gli abitanti del Ponente diretti verso il centro hanno maledetto l’ingorgo che tutte le mattine si formava nella rampa, ora demolita, proveniente dall’uscita dell’autostrada in direzione Centro.
Finché poi, noi genovesi amanti delle due ruote ed esperti in scorciatoie e soluzioni fantasiose, ci avevamo fatto il callo.
Certo, qualche “parola del gatto” usciva dalle nostre bocche nelle caotiche e piovose mattinate d’autunno, quando sotto una pioggia battente e rigorosamente in scooter, si cercava di guadagnare l’imbocco della Guido Rossa, la nuova Strada a mare.
Il copione era sempre lo stesso: velocità massima 70 all’ora nel primo tratto, ponte sul Polcevera e la puzza del depuratore, e infine rallentare fino a 50 all’ora per non beccare l’autovelox in fondo alla discesa che porta direttamente a Lungomare Canepa.
E lì, altro chilometro in gimcana tra gli autotreni in coda per entrare in porto. Roba di tutti i giorni.
Poi, la tragedia.
Crolla il Morandi, ci sentiamo tutti miracolati, molti, troppi non ne escono vivi, Genova si spezza in due e l’amministrazione a trazione Toit-Bucci interviene tempestivamente compiendo gli atti che sappiamo e di cui si scrive da giorni.
Abitazioni subito disponibili, ARTE operativa con non mai. Sono passati i tempi delle lunghe liste di attesa per avere la casa popolare.
Nella Genova post-Morandi cambierà tutto.
Oggi, abbiamo visto il progetto per l’apertura a tempo di record della cosiddetta “strada del Papa” o “strada dell’Ilva”come l’ha definita il Sindaco Bucci, una direttrice interna parallela alla Guido Rossa concessa alla Genova ferita da Ilva e da altri operatori, tra cui Spinelli con 6.000 mq.
E dovevamo fare questa cosa solo adesso? E non si poteva fare prima?
Per anni abbiamo subito il traffico pesante e pericoloso nel cuore di Sampierdarena e in quattro e quattr’otto adesso scopriamo che i camion potevano essere dirottati in una strada “altra” che avrebbe decongestionato il traffico ed evitato inquinamento in una zona già di per sé oberata da servitù importanti?
Un plauso a questa amministrazione va comunque, per la prontezza nell’individuare le soluzioni e nella speranza che chi deve pagare paghi nei tempi e nei modi che fino ad oggi ci sono stati narrati.
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Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.