Genova – Siamo tornati in via Borzoli nel primo lunedì di rientro dalle ferie dopo il crollo del Ponte Morandi. La sensazione è quella di muoversi sempre border line, in attesa del cataclisma.
Sono tantissimi, infatti, i Tir che vanno avanti indietro dalla Valpolcevera usando questa strada per risparmiare qualche kilometro, ma con grave pericolo anche per l’incolumità delle persone perché la via è priva di marciapiedi.
Avevamo già segnalato la preoccupazione dei cittadini e la necessità di far rispettare il divieto di transito agli autoarticolati ma, ad oggi, le cose non sono cambiate.
Anzi, con l’arrivo di settembre e l’inizio dell’anno scolastico il timore è che la zona si faccia sempre più calda, con il moltiplicarsi di difficoltà e disagi.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.