Genova – In prima linea per ogni emergenza e poi dimenticati dalle istituzioni quando si spengono i riflettori.
Stiamo parlando dei Vigili del Fuoco che operano costantemente sotto organico e senza l’assicurazione INAIL.
“Il problema dell’organico è nazionale”, precisa Davide Palini, Coordinatore regionale USB Vigili del Fuoco, che mette a fuoco come “da anni chiediamo l’aumento del personale perché le esigenze di soccorso sono sempre maggiori e, in particolare in Liguria, il territorio è difficile dal punto di vista del dissesto idrogeologico”.
I numeri ci dicono che i Vigili del Fuoco in servizio nella provincia di Genova sono una settantina e che l‘età media si aggira intorno ai 50 anni, e dunque è troppo alta per questo tipo di lavoro che alterna mansioni di routine ad attività molto intense, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
E il servizio instancabile sulle macerie del Ponte Morandi lo abbiamo ancora tutti negli occhi.
“I tempi di risposta del soccorso sono lunghi”, continua Palini e poi aggiunge: “Già in passato abbiamo chiesto al Sindaco e al Governatore Toti l’apertura a Genova di un distaccamento cittadino verso Levante, a Quarto”.
Nella provincia di Genova i distaccamenti sono solo 8 perché i due portuali, naturalmente, non fanno soccorso cittadino.
“Ricollegandoci ai numeri che dicevamo prima”, puntualizza sempre Palini, “se qualcuno va in ferie o c’è una malattia improvvisa, il distaccamento viene chiuso. Cosa significa? Che se la squadra esce non c’è nessuno che resti a presidio“.
Non solo. I Vigili del Fuoco, che siamo abituati a vedere mentre si fanno largo tra il fango, o si calano tra le lamiere di auto accartocciate, non hanno l’assicurazione INAIL ma usufruiscono di assicurazioni private.
Dice ancora Palini: “Abbiamo una detrazione mensile sullo stipendio che finisce a un ente chiamato ONA – Opera Nazionale di Assistenza per il personale del C.N.VV.F. – che stipula dei contratti con assicurazioni private, ma che non offrono certo la copertura di un ente come l’INAIL”.
A questo quadro si aggiunge il rischio privatizzazione per il servizio di elisoccorso.
La convenzione con Regione Liguria, infatti, scade il 31 dicembre 2018 e Palini tiene a sottolineare: “In Liguria c’è una professionalità unica in tutta Europa, a un costo per il contribuente certamente più basso di quello che può offrire un privato. L’eventuale perdita dell’elisoccorso sarebbe molto grave anche per i cittadini.
Il Ministero degli Interni deve investire sul soccorso pubblico, per noi non è ammissibile la privatizzazione di nessun settore, tantomeno l’elisoccorso“.
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.