Genova – “Effettivamente l’amianto è stato ritrovato, quindi adesso è una certezza: l’amianto è presente all’interno dei cumuli sottostanti al ponte”.
Commenta così Costantino Saporito, coordinatore nazionale USB Vigili del Fuoco, il nuovo ritrovamento di amianto effettuato da Spea, società del gruppo Atlantia S.p.A., durante un’ispezione all’interno del cantiere effettuata tre giorni fa.
“Spea ha trovato e imbustato un pezzo di amianto, che ora è sotto analisi da parte di Arpal, proprio dove noi avevamo trovato il primo frammento e fatto la denuncia, cioè accanto al pilone 9 crollato lo scorso 14 agosto (vedi QUI)”, spiega Saporito che poi aggiunge: “Si tratta probabilmente di un resto di tetto ma potremmo trovare anche della tubatura perché la forte presenza di amianto è documentata nelle costruzioni fino alla fine degli anni ’90”.
C’è amianto, dunque, tra le macerie dei magazzini travolti dal ponte e questo preoccupa sia per la salute dei soccorritori che per i cittadini che vivono a ridosso della “Zona rossa”, che non sanno quello che stanno respirando.
Continua Saporito: “Il pericolo è che fra trent’anni qualcuno potrebbe scoprire di avere un mesotelioma. Forse dovremmo cominciare a prenderci delle responsabilità, a partire dal Comune e fino ad arrivare alla massima istituzione, e spiegare cosa sta succedendo e quali sono i pericoli dell’amianto. Le istituzioni devono fare una scelta: se fare le cose bene o se fare le cose veloci”.
I lavori vanno interrotti, ne è convinto Saporito che quindi illustra la procedura regolare da seguire in questi casi: “Conviene cominciare a lottizzare tutti i detriti e poi, attraverso ditte specializzate, smaltire l’amianto correttamente”.
Al momento, infatti, c’è un problema che riguarda anche il trasporto delle scorie, fatto senza nessuna particolare accortezza, e i depositi, che sono a cielo aperto: “Adesso, essendo una fascia rossa in deroga alla legge, è giungla”, conclude.
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Altrettanto duro è il commento di Stefano Giordano, USB Vigili del Fuoco e Consigliere comunale M5S, che precisa come la gestione dell’amianto tra i detriti del Morandi rispecchi la cultura che abbiamo nel nostro Paese: “Qui è l’economia che detta le regole di ambiente e salute. A un paio di giorni dal crollo, il professor Enrico Musso parlava già di possibile presenza di amianto. Il sindacato USB ha fatto una denuncia forte. Tre giorni fa è stato ritrovato amianto da Spea. Vorrei che i miei 600 colleghi che hanno ruotato intorno al cratere iniziassero un percorso sanitario di prevenzione“.
Richiesta al momento inascoltata: “Il Sindaco, che è la massima autorità sanitaria, dovrebbe cominciare a parlare di cose serie, senza proclami, perché fino ad ora abbiamo visto tante parole e pochi fatti”.
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.