Anche per oggi non si vola

Giorgio Gaber“Anche per oggi non si vola”, spiegava Giorgio Gaber, alias “il signor G”, in un suo apprezzato spettacolo del 1974. Che sembrerebbe particolarmente attuale anche oggi, a 44 anni di distanza. Soprattutto per la nostra città, Genova. Dove, ad onta del Cinquantottesimo Salone Nautico appena inaugurato, ci tocca continuare a navigare più che mai a vista. In attesa della conversione in legge di un decreto ad hoc  che dovrebbe portare il nome della nostra città, presente e particolareggiato, purtroppo, soltanto nelle menti dei nostri esponenti del Governo. Da Toninelli a Di Maio, solo per citare due nomi. Decreto che finalmente oggi è uscito dalle secche dei misteri. Anche se ancora mancano i nomi dei commissari. E Autostrade pur esautorata, incalza il Governatore Toti con progetti e tempi tambureggianti. 

E oggi sarà la volta della visita ai padiglioni di piazzale Kennedy dell’altro Vicepremier, il leghista ministro dell’Interno Matteo Salvini. Potremo così constatare se, anche lui, ci fornirà qualche indizio per arrivare a comporre quello che poi si è dimostrato un vero e proprio rebus. Se non una sorta di araba Fenice. L’introvabile uccello di fuoco mitologico.
Non casualmente lo spettacolo di Gaber contiene un brano, “Libertà è un uccello”, – con variazioni nello spettacolo del 1995/96 al testo in prosa al fine di attualizzarlo alla fase politica – in cui “il signor G” si diletta a rappresentare le diverse sfumature della realtà. Tra disgrazia e percezione reale, in cui dice fra l’altro: “… allora la realtà è la politica? Quella è una disgrazia capitata a tutti. E non se ne esce. È più facile smettere di fumare che leggere i giornali”. Già, sempre più difficile arrivare alla cognizione della realtà, fra i giornali e le Fake news. Fra realtà, realtà percepita, sfumature assassine, commenti fuorvianti, frutto della comunicazione di massa diventata il sale della nostra attuale politica. Quella che Gaber, già più di venti anni fa, definiva, non casualmente: “Una disgrazia capitata a tutti”, mettendola in connessione con i giornali.

Matteo SalviniUltima ad incappare nella realtà distorta, che tanto ci piace, l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, spesso nel mirino dei social, e diventata, più per necessità che per particolare virtù, accesa pasionaria anti-Fake news.
Proprio mercoledì si sono dedicati a lei gli autori di due articoli, il primo comparso su “DagoSpia” e ripreso in seconda battuta da “Il Giornale”. I testi raccontavano di una sua presunta gaffe per aver “scippato” la prima fila di un volo Alitalia Genova-Roma ad un imprenditore cuneese, viaggiatore che per quel posto aveva anche pagato un sovrapprezzo. Per legittimare lo spostamento dalla prima alla ventesima fila, pare che la società di bandiera abbia tirato in ballo un ipotetico disabile che avrebbe dovuto occupare la sua riverita poltrona. Lo stesso imprenditore sulle prime aveva acconsentito di buon grado a cedere la prima fila, tranne poi raccontare di essersi accorto in seguito che nella prima fila, al suo posto, non c’era un disabile bensì la Boldrini. E di aver provveduto, subito dopo, a protestare con Alitalia, scrivendo per raccontare della scorrettezza subita, ricevendone le scuse e l’offerta di un rimborso. E Il Giornale calca la mano con tanto di intervista all’imprenditore danneggiato: “Guardi, so come funziona – racconta al telefono -. La segreteria dell’onorevole chiama l’ufficio della Camera preposto per le prenotazioni aeree dei parlamentari, prendono i posti che vogliono anche se sono occupati e fanno spostare la gente. Dico solo una cosa: sarebbe ora che la Boldrini e gli altri iniziassero a viaggiare anche loro nei sedili di dietro, magari capirebbero di più il Paese”. E il collega de “Il Giornale” ci mette pure del suo, con tanto di pietra tombale “La Boldrini era in Liguria per una delle sue tante battaglie per un mondo più giusto e i diritti delle donne, stavolta al Tribunale di Savona, contro un sindaco leghista che l’aveva offesa con un post su Facebook (si era augurato che agli stupratori africani di Rimini fossero dati i domiciliari a casa della Boldrini).“Ho voluto essere presente per stigmatizzare questo modo di fare politica. È fondamentale che una donna offesa possa chiedere giustizia». Un impegno quindi della massima priorità per la democrazia. Far sloggiare perciò i passeggeri delle prime file sul volo, era il minimo”.

Laura Boldrini
Laura Boldrini

Così la notizia è iniziata a rimbalzare sui social sino a che l’ex presidente della Camera è intervenuta su Twitter per smentirla. Spiega l’Ansa: “Mi sono seduta a bordo, come è normale che sia, nel posto indicato dalla carta d’imbarco ottenuta con check-in online 24 ore prima del volo Alitalia. Non è intervenuto nessuno della compagnia area per assegnarmi un posto di favore e non c’è stata nessuna discussione con la mia scorta visto che non c’era. Come lo vogliamo chiamare un sito che pubblica due bufale in un solo articolo?”. È quanto scrive su Twitter Laura Boldrini replicando ad un articolo de ‘Il Giornale’”. E quindi è possibile, visto la protagonista, che la querelle si trasferisca dalle pagine dei quotidiani e dai siti social ai tribunali. Non sarebbe la prima volta. Dando, in una occasione di più, ragione a “Il signor G” lucidissimo, quasi quanto Cassandra, quando spiega “Allora la realtà è la politica? Quella è una disgrazia capitata a tutti”. Per di più, come se non bastasse, “Il Giornale”, nel suo articolo parla erroneamente di un volo Roma-Genova – mentre il volo Az 1391 era diretto nella capitale e partiva da Genova – traendo in inganno anche l’Ansa che ha pubblicato la successiva smentita della Boldrini. E persino altre fonti di informazione parlano, erroneamente di una partenza da Fiumicino, mentre “DagoSpia”, a questo punto fonte primaria, aveva scritto dell’imbarco al Cristoforo Colombo. Per non parlare del “giallo” sulla presenza/assenza degli uomini della scorta sul volo. Ma, a volte la fantasia dei giornalisti galoppa. Oppure la Boldrini ha cercato di minimizzare l’accaduto. Verrà annoverato come uno dei “Misteri della terza Repubblica” questo curioso cortocircuito informativo? E a questo punto diventa legittima anche la seconda parte della citazione di Gaber “È più facile smettere di fumare che leggere i giornali”. E i social.

Insomma, pur nella smania di volare, ci capita di restare, inderogabilmente, ancorati a terra, pur parlando di categorie dello spirito. Con questa politica …. “Una disgrazia capitata a tutti”. Accade per esempio con il vicepremier, il CinqueStelle Luigi Di Maio che, incurante della polemica montante sullo sforamento del deficit, e delle conseguenti incomprensioni con il ministro dell’economia e finanza Giovanni Tria, vola per una mission, più o meno “impossible” in Cina, alla ricerca di investimenti, imprenditori asiatici e accordi economici. E non è tanto della ragione del viaggio del ministro dello sviluppo economico in oriente che voglio parlare, ancorché qualcuno abbia maliziosamente suggerito che l’apertura alla Cina contrasterebbe in politica estera con la difficile conciliazione tra i nuovi piani di investimenti italiani in Cina e il mantenimento della nostra storica alleanza con gli Stati Uniti. Chiarisce “Il Foglio”: “Quando si era recato in visita alla Casa Bianca lo scorso luglio, il premier Giuseppe Conte aveva garantito a Donald Trump il suo pieno sostegno a Washington. Ci si interroga allora sulla coerenza del governo italiano in politica estera, che oscilla tra occidente e oriente. Una questione molto delicata soprattutto in tempi di guerre commerciali, come quella in corso tra Cina e Stati Uniti, in cui la scelta degli alleati con cui schierarsi è cruciale”.

Nel caso specifico volerei più terra terra, raccontando l’ennesima polemica nata da una Fake news. Scrive TGCom24 “In partenza per la Cina. Si vola con aerei di linea ovviamente. Mai preso un volo di Stato in 3 mesi e mezzo da ministro, esattamente come vi avevo promesso”. Lo scrive su Instagram il vicepremier Luigi Di Maio, sottolineando di stare viaggiando in economy. A riprova di ciò mostra anche brevemente il biglietto. Ma sui social scoppia subito la polemica: “Il posto 5C è in business, non in economy”. Pronta la controreplica del ministro, che posta la foto integrale del bilglietto dimostrando così di essere effettivamente in economy. Effettivamente il 5C, sul volo KLM 1604 da Fiumicino ad Amsterdam di solito equivale alla business class, ma in caso di posto invenduto può essere declassato ad economy, come accaduto probabilmente in questa tratta. Di Maio ha poi mostrato l’altro biglietto, quello da Amsterdam a Chengdu, in cui si evince chiaramente che anche qui il suo posto, il 16H, è in economy”. E posta ancora, in aperta polemica Di Maio: “Quelli del Pd sono talmente abituati agli Air Force Renzi che pensano che sia impossibile che il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, possa andare in Cina con un volo di linea in Economy. Bè io l’ho fatto. E in tre mesi e mezzo da ministro non ho mai preso l’aereo di Stato. Quel parlamentare del Pd ha detto solo un’altra fake news. In questo video c’è la verità. Adesso torno a lavorare per creare opportunità per le nostre imprese in Cina!”.

Luigi Di Maio e Luca Pirondini
Luigi Di Maio e Luca Pirondini

Magari finirà fra le polemiche anche la foto postata sul suo profilo dal capogruppo CinqueStelle a Tursi Luca Pirondini, in Cina per la trasferta dell’orchestra del Carlo Felice, che si è concesso una foto proprio in compagnia di Di Maio prima di un’esibizione a Chengdu. Pirondini scrive “Grande successo per l’orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova in trasferta in Cina a Chengdu!! Prima del concerto il Signore nella foto, è passato a salutare l’Orchestra, prima di accomodarsi in platea ad ascoltare il concerto. Ho l’impressione di averlo già visto da qualche parte ????”. E, in attesa di qualche altra fake news in cui si parli di una missione di stato allestita solo per una rendez vous fra esponenti dei CinqueStelle in terra cinese, come se si trattasse di una qualunque gita o scampagnata scolastica, chiuderei qui. Anche per oggi non si vola, oppure se anche si riesce nel tentativo di sollevarsi dal suolo il livello appare talmente basso da rimanere rasoterra. “La politica e’ una disgrazia capitata a tutti”. Del resto se il mio articolo deve avere un protagonista, quello è Giorgio Gaber, che osava cantare “In un tempo senza ideali ne’ utopia dove l’unica salvezza è un’onorevole follia” o “Se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione. “Il signor G”, aveva capito tutto tanti e tanti anni prima, con la sua lucida, visionaria saggezza senza tempo. Gli altri resteranno relegati per i posteri al ruolo di comprimari e comparse.

Giona 

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

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