Un Paese in corto circuito

Riace – Arrivano da lontano, dopo un viaggio massacrante su rottami che galleggiano a malapena.
Arrivano perché qualcuno gli ha detto che in Europa c’è lavoro e loro hanno famiglie abbondanti da mantenere, o vite deturpate dalla guerra da dimenticare, o soltanto per sfuggire a un destino di capanne lugubri tra fiumi tutti decorati di schiume bianche.

Non hanno la valigetta di cartone legata con uno spago ma gli occhi sono gli stessi dei nostri bisnonni, certo dei miei, partiti per cercare una vita dignitosa oltre l’Oceano. Arrivano in un paesino arroccato di cui si parla molto, Riace, e dal suo Sindaco coraggioso ritrovano una calda e accogliente sfera di umanità.

Che fine faranno adesso i migranti di Mimmo Lucano?
Dopo le accuse di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio raccolta rifiuti” e l’arresto all’alba di questa mattina (QUI il video della Guardia di Finanza), non resta loro nient’altro che sopravvivere nei lager sovraffollati di baracche dei braccianti agricoli?

È già accaduto.
Becky Moses è morta bruciata viva nella bidonville di San Ferdinando dopo che la commissione territoriale le aveva negato il riconoscimento dello status di rifugiata e il progetto di accoglienza a Riace per lei era scaduto.
Non per San Ferdinando, però. Qui non si scade mai e le braccia giovani e robuste vengono sempre bene per avere manodopera a basso costo. Anche senza permesso di soggiorno.
Una sceneggiatura buffonesca se non fosse che in ballo ci sono vite umane appese alle mani dei caporali.

Ma si sa, la burocrazia non ha cuore né buonsenso e spesso è piegata dai dettami della propaganda e dal tornaconto di pochi.
Speriamo che anche per il Sindaco Lucano tutto si risolva in una sanzione pecuniaria da pagare in comode rate, magari in un’ottantina d’anni.

Simona Tarzia

Guarda la nostra video intervista a Mimmo Lucano: 

“C’è un’alternativa alla barbarie. C’è un’alternativa all’alzare i muri. C’è un’alternativa all’odio”. Mimmo Lucano, Sindaco di Riace

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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