La priorità non può essere la fretta, ma il contrasto alle mafie
Genova – Le proposte che abbiamo avanzato come Casa della Legalità, con una lettera aperta al Presidente della Regione Liguria, commissario per l’emergenza, sono state totalmente ignorate (e rimaste senza risposta). L’allarme sul fatto che il contesto ‘ndranghetista fosse già in movimento è caduto nel vuoto.
Il dettaglio del Manager per l’Emergenza che si è occupato della nuova strada in area Ilva, “Geronimo” per il sindaco Marco Bucci (nuovo Commissario per la ricostruzione), ovvero il Gian Poggi già noto per le ‘arbanelle’ dei Mamone (inchiesta “Pandora”) e gli affidamenti (quale soggetto attuatore del Commissario Straordinario per il Fereggiano, Claudio Burlando) alle imprese del Furfaro Antonio, non faceva notizia.
Le deroghe alle normative senza adeguate disposizione di prevenzione sono portoni spalancati con tappeti rossi per le organizzazioni mafiose che operano direttamente (con imprese delle famigliole) e indirettamente (con imprese intestate fittiziamente a terzi o con imprese in crisi delle quali hanno acquisito il controllo), con appalti, subappalti e, sempre di più, attraverso i noli a caldo e a freddo.
Ora Raffaele Cantone, con l’Autorità Nazionale Anticorruzione, lancia l’allarme: quelle deroghe previste nel Decreto del Governo rendono assolutamente permeabili i lavori per le organizzazioni mafiose. Il Decreto Genova, precisa infatti il Presidente dell’Anac, prevede «la deroga a tutte le norme extrapenali, che comporta anche la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive».
Genova, e la Liguria più in generale, hanno già dato prova di penetrazioni pesanti di imprese del contesto ‘ndranghetista e di Cosa Nostra in appalti e concessioni pubbliche. In taluni casi anche nonostante misure interdittive, così come nell’omessa richiesta di Informative Antimafia. Inoltre, assolutamente permeabile e sottratto a controlli preventivi, sono risultati gli affidamenti “in emergenza”, con somme urgenze o affidamenti commissariali, che finivano per vedere all’opera imprese emanazione, legate o controllate dalla criminalità organizzata di stampo mafioso.
Il passato avrebbe dovuto imporre di apportare gli accorgimenti minimi di prevenzione e così non è stato. Le Pubbliche Amministrazioni (dal Comune alla Regione) hanno dimostrato la totale assenza di attenzione sulla questione, formulando richieste di modifica al Decreto che eludevano totalmente la necessità di adottare strumenti di prevenzione e contrasto seri e rigorosi. Il mondo delle imprese si è dimostrato totalmente distratto sul tema.
Il dato preoccupante, ancora una volta, risulta quindi l’appiattimento amministrativo e istituzionale, locale e nazionale, che continua a ripetere che la legalità è importante ma prima di tutto occorre pensare alla ricostruzione, arrivando così all’annullamento anche delle basilari norme antimafia in materia di lavori pubblici.
Un atteggiamento e un operato ad oggi contornato, a Genova, da un pressoché assoluto silenzio, con una società civile che appare a sua volta distratta e che invece dovrebbe (e potrebbe) contestare e contrastare questa logica. Per questo crediamo che sia più che mai necessaria una presa di posizione netta di sindacati, associazioni, comitati e cittadini, per dire che la priorità assoluta e necessaria deve essere il contrasto alle mafie anche di fronte alle emergenze. Priorità su cui, quindi, non vi può essere alcuna deroga!
Christian Abbondanza
Blogger antimafia che da anni si preoccupa di denunciare nomi e cognomi e connivenze della ‘ndrangheta in Liguria. È il presidente della Casa della Legalità ONLUS, un occhio aperto sulla criminalità, le mafie, i reati ambientali e le complicità della Pubblica Amministrazione.