Genova – Nel panorama del XXI secolo, l’invecchiamento della popolazione è un dato sotto gli occhi di tutti che sconcerta: mai c’è stata nella storia dell’uomo una ridistribuzione demografica così massiccia.
I dati statistici, infatti, disegnano un quadro in cui al 2050 gli anziani passeranno dall’11% al 22% della popolazione totale.
Non solo. Entro i prossimi 5 anni, e per la prima volta, il numero di persone di età maggiore o uguale a 65 anni supererà quello dei bambini al di sotto dei 5.
In questo scenario è la Liguria che si attesta come una delle regioni del mondo con indice di vecchiaia[1] più alto, 252,4, e Genova come una tra le città più “silver”, con un indice del 253,3:
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«L’invecchiamento della popolazione – spiega Gian Andrea Rollandi, Coordinatore scientifico dell’Ente Ospedali Galliera e Responsabile scientifico de “Le sfide della medicina sull’invecchiamento” – oltre a porre dei problemi economici, sociali e di mercato (chi è produttivo e chi è assistito, chi paga le pensioni, come si sviluppa il mercato dei possibili acquirenti di beni e servizi in base alle fasce di età), ne pone altri dal punto di vista sanitario. A questi si aggiunge un’ulteriore e inquietante criticità: l’età d’insorgenza delle patologie croniche della popolazione è sempre più precoce, e il consumo di farmaci per la loro cura è in incremento. In altre parole, ci si ammala molto prima».
In questa complessa situazione, allungamento della vita e inizio più precoce delle malattie croniche, si presentano nuovi interrogativi: a che età è possibile definire una persona come anziana? Conta di più l’età o la buona salute? Saremo in grado di trasformare una minaccia in opportunità, attraverso un impegno che investa l’ambito scientifico, quello socioeconomico, la ricerca e la politica?
Si tratta di una sfida che il Galliera ha deciso di accettare, sentendo l’esigenza di affrontare il tema dell’invecchiamento per comprenderne meglio i meccanismi ambientali e biologici in genere, e per trovare un rimedio, ritardando il più possibile l’età d’insorgenza della patologia cronica grave che accompagna il resto della vita delle persone. In questo modo si vuole trasformare Genova in un modello sperimentale ideale per quanto riguarda l’invecchiamento sano della popolazione, perché ciò che accade oggi a Genova succederà fra 20 anni a Brema o a Londra.
Un’attività scientifica specifica che è stata sviluppata negli ultimi anni all’interno dell’Ente e che ha portato il Galliera a proporsi come IRCCS (Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico per l’invecchiamento), domanda di ammissione che nel corso dei prossimi mesi sarà vagliata dal Ministero della Salute.
Ma c’è di più.
Uno degli obiettivi fondamentali del progetto è fare divulgazione in maniera semplice, accessibile a tutti. Per questo sono previsti gli incontri aperti al pubblico de “Le sfide della medicina sull’invecchiamento”, il 19 e il 26 ottobre, presso il Salone dei Congressi, dalle ore 14 alle 18.
Due pomeriggi in cui gli specialisti del Galliera illustreranno l’invecchiamento in ogni sua sfaccettatura, a partire dal cervello passando dalla pelle, fino ad arrivare all’invecchiamento biomolecolare.
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[1]È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrasessantacinquenni e quello dei giovani fino a 14 anni.
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.