Corso Perrone, riapertura con allarme

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Genova – Leggero ritardo, questa mattina, nelle operazioni di riapertura al traffico di corso Perrone a causa del segnale d’allarme lanciato da uno dei sensori installati sul troncone ovest del Morandi.
Il sistema previsto per il monitoraggio e la gestione della circolazione, infatti, è analogo a quello di via 30 Giugno 1960: al segnale dei sensori scatta il semaforo rosso.

“I sensori servono appositamente per monitorare quanto succede ed è bene che funzionino fino in fondo prima di far passare le persone”, commenta il Governatore e Commissario all’Emergenza Giovanni Toti che poi aggiunge: “Siamo in zona rossa e dunque in un’area con un rischio potenziale che vogliamo affrontare con tutte le precauzioni del caso. Andremo avanti liberando tutta la zona rossa in tutte le sue principali vie di comunicazione. Tutti i tempi sono stati rispettati”.
Ribadisce il Sindaco e Commissario alla Ricostruzione, Marco Bucci: “Il discorso dei sensori è importante, c’è da aprire un strada sotto a un ponte e questo vuol dire assumersi una responsabilità grande. Dovremmo ringraziare i sensori se ogni tanto dicono che la strada va chiusa perché vuol dire che funzionano. Questo è il messaggio importante”.

Tutto vero. Ricordiamo, però, che in corso Perrone era consentito l’accesso in deroga a una serie di soggetti quali, ad esempio, il personale tecnico di AMIU, ASTER, AMT, RFI, e agli operai di Ansaldo Energia e San Giorgio Seigen.

Resta da capire come sarà gestita l’apertura di corso Perrone durante la demolizione del troncone ovest che, secondo le dichiarazioni del Sindaco, sarebbe proprio il primo ad essere interessato dai lavori.
“Non lo sappiamo ancora perché non sappiamo come sarà il progetto. Preciso che per il lato ovest si parla esclusivamente di smontaggio e quindi lo smontaggio è una cosa che avviene a livello giornaliero, a pezzi, e non si prevede la chiusura totale. Tutto sarà programmato in anticipo e le notizie saranno date a tutti in modo che ci si possa programmare”.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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