Genova – Non c’è accordo sui numeri degli abusivi che occupano le case di edilizia ERP a Genova.
“Non cadiamo nell’allarmismo. Dite le cose vere che sapete. Non potete venire qui a dire 2.000 appartamenti sfitti, 2.000 abusivi. Non va bene. Gli sfitti, nel Comune di Genova, sono 1.124 e l’abusivismo accertato riguarda 72 nuclei familiari più altri 70 in via di accertamento. Stiamo parlando di una percentuale dell’ 1,5% su 11.000 alloggi”.
Risponde così ai presidenti dei comitati, nel corso della Commissione Welfare che si è riunita ieri pomeriggio a Tursi, l’Amministratore Unico di Arte Genova, Girolamo Cotena.
“Non sono i 12 di Roma, i 13 di Napoli o gli 11 di Milano”, continua Cotena che poi spiega: “Sull’abusivismo abbiamo firmato un accordo con il Comune di Genova, a novembre, e una programmazione con il comandante della polizia municipale per cui sono in programma degli interventi che riguarderanno dai 6 agli 8 nuclei familiari al mese“.
Di parere discorde i comitati che, ormai da anni, portano all’attenzione dell’amministrazione numeri ben diversi: almeno 1.600 gli appartamenti sfitti e circa 600 abusivi. A Begato, in particolare, ci sarebbero “400 appartamenti vuoti che non sono vuoti”.
Precisa in Commissione Francesco Corso, Comitato Quartiere Diamante, rispondendo alle richieste di informazioni dei consiglieri comunali: “Ci chiedete il censimento degli alloggi occupati abusivamente? Noi l’abbiamo fatto. Lo abbiamo consegnato ad Arte, lo abbiamo consegnato in Regione, lo abbiamo consegnato in Comune. Non lo avete avuto? Se non vi arrivano queste notizie non dipende da noi. Noi ci abbiamo messo la faccia e siamo sempre sul territorio”.
Un problema grosso quello dell’abusivismo che ha visto il Comune, da luglio 2017, effettuare una ventina di sgomberi.
Ma quanti vanno via davvero?
Denunciano i comitati, durante una nostra visita nel quartiere, che a Begato, “una volta messi i sigilli, questi cambiano semplicemente appartamento. Se ne vanno in un’altra casa vuota!“.
La situazione è incandescente perché gli abusivi non pagano le spese di amministrazione e magari si allacciano pure alle utenze di qualcun altro.
Non solo. “Al civico 58 di una via di Begato, una volta che è stata mandata via l’abusiva dell’interno 18, ci si è installata quella del 14 perché l’altro alloggio era migliore”, continuano a raccontare i comitati che poi spiegano come ci siano persone che usano l’appartamento di edilizia pubblica per casa vacanze.
Sentite un po’: “Sempre in una via di Begato, al civico 60, ci sono persone che hanno ottenuto l’appartamento pur lavorando in Germania. Durante l’inverno lo subaffittano a 400 euro mentre d’estate ci vengono in vacanza”.
La storia delle case di edilizia pubblica è sempre la stessa. È fatta di alloggi sfitti e di graduatorie lunghissime. Di tempi morti e di chi decide di occupare. Di inquilini regolari esasperati che pagano le spese e che alla politica chiedono una sola cosa: accelerare le assegnazioni.
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Nel corso della Commissione è stato sollevato il problema delle quaranta famiglie della Diga rossa che sono senza riscaldamento.
“Le ditte sono già partite” ha assicurato Piertro Piciocchi, Assessore alle Politiche della casa, che poi ha sottolineato come accada spesso di dover intervenire in emergenza: “Purtroppo sto facendo dei tapulli ma se ci sono 40 famiglie al freddo io questo devo fare”.
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Simona Tarzia
Simona Tarzia e Fabio Palli hanno collaborato alla realizzazione di DigaVox, il docu-film sull’emergenza abitativa alle Dighe di Begato.
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.