Genova, prima del 14 agosto 2018, evidenziava diversi problemi di traffico autostradale e cittadino, in particolare nel Ponente.
Le code, nelle ore di punta, cominciavano sempre dal nodo autostradale in prossimità dell’uscita di Ge-Ovest e si ripercuotevano inevitabilmente sino a Pra’ e sul tratto terminale della A7.
Da 30 anni e più si discuteva di una soluzione “stradale” per eliminare i disagi: la cosiddetta “bretella Voltri Rivarolo” poi divenuta “Gronda”.
Col nome Gronda ha avuto il battesimo quell’infrastruttura molto dibattuta detta “Gronda di Ponente” che ha sposato il tracciato “alto” dopo un dibattito pubblico durante il quale la stessa Società Autostrade aveva portato alla luce due dati fondamentali: una slide sulle matrici di origine/destinazione, e la previsione di traffico che la nuova infrastruttura avrebbe intercettato e quindi sottratto alla nostra amata A10.
Le matrici di traffico, altro non sono che la “registrazione” di un anno di viaggi che interessano i caselli autostradali del genovesato, questo anno di dati diviso per 365 giorni restituisce il dato medio giornaliero dei passaggi sulle autostrade genovesi.
Il dato sul traffico intercettato parlava di uno scarso 20%. Non solo, dalle matrici risultava che più del 40% della circolazione sul Morandi era di tipo “interno”, quindi cittadino, ovviamente ridimensionabile con una viabilità a mare efficace.
Tutto questo ha sempre visto e considerato come protagonista l’ATTUALE assetto autostradale, incluso il Ponte Morandi nella stessa posizione e stessa funzionalità, sino al 14 agosto scorso. Da questa data, i fruitori del nodo autostradale genovese hanno scoperto che esistono la A26, che porta il Ponente ligure verso la Padania tutta, e la strada a mare, ora pure completa, che mette in comunicazione tra loro molto efficacemente i caselli di Ge-Aeroporto e Ge-Ovest e gli stessi con porto e Val Polcevera.
I dati trasportistici reali, rilevati, ci raccontano che il nodo genovese entrava in crisi perché sia il ponte Morandi, svincoli compresi, così come il tratto finale dell’A7 tra Begato (bivio con A12) e Ge-Ovest (Morandi), erano attraversati da due distinte direzioni di traffico che condividevano questi tratti autostradali. Per esempio, chi scendeva da Milano doveva condividere il tratto finale della A7 con i viaggiatori che da Est andavano verso Ovest, oppure, chi percorreva il Morandi per recarsi verso Genova condivideva il ponte con chi proseguiva in direzione Milano e Livorno …
MA ALLORA? Allora come si fa ad ascoltare il Vicesidnaco con delega alla Mobilità, Stefano Balleari, nonché il gran maestro del PUMS, il Professor Enrico Musso, affermare che per loro la Gronda non è in discussione?
Ma se proprio le, DEBOLI, ragioni di esistere della Gronda erano legate ad un “difetto” nativo del nodo “Morandi-Begato” e questo OGGI manca, perché NON domandarsi: “E SE FACESSIMO UN MORANDI DIVERSO O CHE COLLEGHI DIVERSAMENTE LE AUTOSTRADE ESISTENTI”?
Inoltre, perché a fronte di dati inconfutabili (prodotti da ASPI) dove si evince che una buona viabilità cittadina ORA ESISTENTE intercetterebbe il carico di veicoli sul Morandi con valore doppio rispetto alla prestazione della Gronda, NON CI SI DOMANDA SE IL MORANDI POSSA ESSERE POSIZIONATO NON A COPIARE LA STRADA A MARE ESISTENTE MA A FORMARE UNA VERA TANGENZIALE PER GENOVA?
Invece si “litiga” se il ponte debba essere quello di Piano o quello di Calatrava, o se farlo in pietra in stile antica Roma, e neanche uno di questi progetti si pone un quesito TRASPORTISTICO! Vero che gli architetti non fanno questo di mestiere, ma ci sono gli ingegneri trasportistici che potrebbero aiutare.
Un’Amministrazione diligente si fermerebbe alcune settimane, o meglio lo avrebbe già fatto, a studiare le effettive potenzialità della nuova infrastruttura, ora funzionante all’80%, e andrebbe a confrontare i dati prima citati per verificare la coincidenza con la realtà e poi trarrebbe delle conclusioni che non potrebbero altro che essere: CON IL NUOVO MORANDI POSSIAMO RISOLVERE TUTTI I PROBLEMI DEL NODO AUTOSTRADALE GENOVESE E RISPARMIARE 15 ANNI DI CANTIERI, 5 MILIARDI DI €, LA SALUTE DI 600.000 GENOVESI ….
Luigi Sessarego
Rinascimento Genova
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