Lavori sul Morandi: le domande sospese sulle infiltrazioni mafiose

Genova“L’argomento delle infiltrazioni mafiose è un argomento importantissimo. Sapete che abbiamo fatto, in merito, due diverse attività: la prima è il Protocollo di legalità con la Prefettura – attualmente in revisione al Ministero degli Interni – affinché vengano fatte le indagini appropriate, in tempi stretti ma tutte, e con delle risorse dedicate al 100%. Poi c’è il protocollo stipulato con Anac, che riguarda non solo le infiltrazioni ma anche la corruzione”.
Questa la risposta del Sindaco, Marco Bucci, all’appello del capogruppo M5S in Consiglio Comunale, Luca Pirondini, affinché l’amministrazione abbia una particolare attenzione e trasparenza contro le infiltrazioni mafiose nei lavori sul Morandi perché, “vista la mole di denaro che arriverà a Genova, è impensabile che la ‘ndrangheta non si sia mossa”.
In particolare, l’istanza del gruppo consigliare pentastellato, chiedeva un impegno nel rendere pubbliche le liste dei subappalti e dei noli, poi la pubblicazione dell’elenco di tutti i fornitori, dei centri di recupero dei materiali e di chi si occuperà delle analisi dei detriti.

Nella speranza che i protocolli siano più efficaci del cosiddetto “codice etico” per le imprese (QUI il “Protocollo quadro nazionale di legalità tra il Ministero dell’Interno e Fincantieri SPA” firmato nel 2017), perché  è capitato che molte aziende coinvolte in inchieste per corruzione o mafia, avessero il loro codice etico e avessero pure sottoscritto i protocolli di legalità, restiamo in attesa di sapere se verranno pubblicate le liste delle aziende in subappalto che opereranno nella nostra città, dei noli a caldo e a freddo (cioè con un operaio addetto all’uso oppure il solo noleggio del macchinario), e dei fornitori che graviteranno intorno alla demolizione/ricostruzione del Morandi. Perché le deroghe alle normative, senza adeguate disposizioni di prevenzione, e i lavori in somma urgenza, sono storicamente dei portoni spalancati per le organizzazioni mafiose che possono operare direttamente, con imprese delle famiglie, o indirettamente, con imprese intestate fittiziamente a terzi o con imprese in crisi delle quali hanno acquisito il controllo.

In conclusione ricordiamo l’allarme lanciato nell’ottobre scorso da Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, che commentava così la bozza del Decreto Genova: “Quelle deroghe previste nel Decreto del Governo rendono permeabili i lavori per le organizzazioni mafiose perché la deroga a tutte le norme extrapenali comporta anche la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive» (vedi QUI).

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Al minuto 4:58 la risposta del Sindaco sul contrasto alle infiltrazioni mafiose”

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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