Il mea culpa del Grinch

Allora proviamo a ricapitolare. Che oggi è già Vigilia.
Perciò: auguri ai lettori di Fivedabliu – fatto.
Babbi Natale con spirito ambiental/solidaristico, evocati. – fatto.
Difendere i diversamente bianchi – fatto.
Presepe con famiglia sacra, bue, asinello, San Giuseppe/Bucci, Maria/Toti e ponte nella greppia immaginato. E dunque fatto.
Fatta persino poesia del pennivendolo, sciacallo, puttana in difesa della libertà di stampa.
E quindi difendere il pluralismo dell’informazione. Fatto pure quello.

Dr. Seuss' How the Grinch Stole Christmas

E, a pensarci bene, a questo punto, mentre l’atmosfera del “volemose bene” esonda almeno un po’ mi manca soltanto l’esortazione alla buona azione. A quella che colma di spirito Natalizio costringerà il Grinch a mettere da parte l’odio e a rasserenarsi e commuoversi con tutti noi. Che in fondo, almeno, abbiamo un progetto di ponte su cui concentrarci e sperare. Il bambinello nella greppia. Perché in questi mesi, ridotto a Grinch ho visto il mio amico social professor Francesco Gastaldi, urbanista improvvisatosi, e mal gliene incolse, notista politico di un certo acume, tanto da guadagnarsi, oltre alla mia personale attenzione con svariate menzioni, il soprannome di SantoSubito.

Qualcuno dei suoi amici/nemici, indispettito da tanta morbosa attenzione, pero’ ha deciso di portarlo in tribunale con l’accusa avvilente di minacce e diffamazione aggravata. E recentemente il prof. è stato perfino omaggiato – è la seconda volta – da un articolo su un giornale nazionale con edizione genovese. La notizia, di cui ovviamente il diretto interessato nulla sa al momento, – ed è strano come su certe questioni gli estensori degli articoli, forse favoriti dalla ritualità delle conoscenze con avvocati, politici e magistrati, arrivino sempre per primi – riguarda il decreto di citazione diretta a giudizio emesso nei suoi confronti dal pubblico ministero Silvia Saracino.

Francesco Gastaldi
Francesco Gastaldi

Nell’articolo in questione si legge una dichiarazione del Gastaldi che, almeno in questa occasione è stato interpellato “Tutte le accuse presentate contro di me si riducono a tre post pubblici inviati nell’arco di quattro mesi e due messaggi privati. Per quanto riguarda i primi sono convinto si tratti soltanto di pura critica politica, un esercizio di libertà di espressione. Nessuna intenzione di diffamare qualcuno”. Poi ci sono i messaggi privati ai quali il querelante ha inteso dare effetti ricattatori, sui quali il professore ha preferito opporre uno stringato non comment.
Sin qui la fredda cronaca. Insomma l’immagine del SantoSubito, a torto o a ragione, sarebbe stata distorta in quella del Grinch, odiatore seriale.
E, a questo proposito sulla sua bacheca ho assistito, con un po’ di preoccupazione  sul suo stato di salute – non lo nego – al rincorrersi di tutta una serie di post.

Si va dal “Oggi pomeriggio un giornalista genovese mi ha comunicato sviluppi di iniziative giudiziarie nei mie confronti per la mia attività su facebook. Ad ora (sabato 22 alle ore 21,30) al sottoscritto non è arrivata alcuna comunicazione in merito. La stampa viene informata prima del soggetto interessato?”. E ancora (18 dicembre): “Cari amici, per nuovi fatti, devo sospendere o limitare al massimo l’attivita di critica politica (sempre disinteressata) su Genova e la Liguria. Mi spiace per chi seguiva la mia rassegna stampa e i miei commenti”.

Gastaldi CynarPost a cui quasi immediatamente ne fa seguito un altro che somiglia a una completa resa: “Cari amici e seguaci, l’attività di critica politica (sempre disinteressata) su Genova e la Liguria che ho portato avanti da lunghi anni è stata ampia, corposa è trasversale a molte aree e componenti politiche. Tanto quelli di estrema destra mi hanno sempre accusato di essere di sinistra e quelli di sinistra di essere di destra. Fino a qualcuno che, prendendomi in giro, mi definì un “estremista di centro”. Sin qui la sua storia di scomodo accusatore degli inciuci della nostra politica locale. Ma poi la virata è brusca: “Mi rendo conto di aver talvolta esagerato e di questo mi scuso (in un mondo in cui nessuno chiede scusa per nulla, mi pare doveroso farlo), di essermi soffermato troppo su alcuni aspetti e talune persone ( appartenenti comunque al novero di personaggi politici pubblici). Non ho mai voluto offendere sensibilità personali e ho sempre criticato azioni e scelte politiche, non ho mai inteso limitare libertà e diritti individuali”. Con tanto di scuse, dettate, forse, da una possibile strategia difensiva, visto che il pm ha deciso di portarlo al processo.

Insomma sembra che il Grinch sia sul punto di gettare la spugna dopo aver interrotto la sua attività social per molti mesi subito dopo la comunicazione dell’azione giudiziaria nei suoi confronti e ripresa, in seguito, con quotidianità da qualche mese a questa parte puntando l’attenzione prioritariamente sui risvolti politico/economico/istituzionali sulla ricostruzione del ponte. Qualcuno, a suo tempo, sosteneva che la libertà di critica fosse salvaguardia della democrazia. Altri si sono avventurati persino ad asserire che i social potessero agire come incremento e freno a certi consociativismi divenuti ormai rituale nel quadro della comunicazione. Pero’ le voci fuori dal coro evidentemente infastidiscono i manovratori. E magari a farne le spese sono quelli che risultano meno tutelati. E Gastaldi di punto in bianco è passato – aberrazione – dai post politici a quelli di cucina.

Marco Benvenuto
Marco Benvenuto

Il mio amico social e collega Marco Benvenuto, esperto conoscitore dell’ambiente e del clima social e non, dà una sintesi perfetta della situazione in un commento che faccio mio: “Caro amico. Quando sei sulla fune e volteggi a 20metri la gente applaude. Ma dopo un po’ ti chiede di stare su un piede e tu li accontenti. Allora ti applaudono, ma non perché sono contenti, ma perché ti stanno già chiedendo di togliere l’altro piede. Aspettano solo il volo mortale: per eccitarsi. Il pubblico, perché tu hai un pubblico, “odia” il suo idolo. È un po’ come quando guardano un film porno e i maschietti sperano che il maschietto faccia “cilecca”.

Ci sei caduto: hai ceduto al tuo pubblico che ti ha chiesto sempre di più. Ma sai, poi, come vanno le cose: al funerale quelli che ti hanno incitato diranno “ e vabbe’, bravo era bravo, ma insomma, un po’ esagerato”. Nel migliore dei casi quando dici a qualcuno che hai un cancro l’altro ti risponde “Ho un raffreddore che non vuol passare”.

Condivido il tuo post come esempio di intelligenza critica: ritengo che altrettanta intelligenza debba essere utilizzata da altri, perché non si può vivere più in un contesto così isterico. Io penso che si possa fare critica senza eccessivi accanimenti, ma solo spiegando le cose molto bene come fai tu. E poi sai come recitava una canzone “morire per un’idea, sì, ma di morte lenta”
Sono anni che ti apprezzo, ora un po’ di più”.

Paolo De Totero

Potrebbe essere tutto. Ci metto qualche cosa anche io da giornalista di lunga navigazione. Sciacallo e un po’ puttana, come ci si definisce di questi tempi. Ricordando l’età dell’oro, quando sull’operato dei politici c’era libertà di critica ed espressione. Le querele, solitamente, venivano soltanto minacciate. Le critiche non vertevano quasi mai sul personale, anche se ricordo battutacce, comparse pure su qualche settimanale nazionale, su un  allora ministro che solitamente bisticciava con la nomea legata alla sorte. Poi con l’arrivo dei social ho visto cose, nei confronti dei politici, dei loro familiari e non, da far rizzare i capelli. Con quell’ansia di comunicare e di diventare personaggi pubblici, positivi o negativi, che ha avvelenato i pozzi.

Avrei finito. Ah, quasi dimenticavo l’esortazione alla buona azione. È per il querelante. Ritratti la querela e lasci perdere il Gastaldi, consentendogli di ritrasformarsi da Grinch, odiatore con qualche motivo, nel vecchio e caro SantoSubito. Ovviamente con libertà di critica. Non ho mai visto la politica uscire vincitrice dalle aule dei tribunali. E tantomeno la libertà di informazione.

E, prof, comunque auguri.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

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