I poveri sono funzionali alla nostra società che, visto il sistema economico in auge, non può essere tutta di benestanti, altrimenti non potrebbero esistere i ricchi. È semplice, è evidente e quindi mi sfuggono le levate di scudi nei confronti di chi contesta gli amministratori che spostano i morti di fame fuori dalla vita, dalla vista a dai centri delle nostre città. Anzi, se permettete, rincaro la dose con un consiglio a quegli ex invisibili che si sono stoltamente appropriati di un dehor in pieno centro nel quale dormire con le loro coperte lerce e puzzolenti: se volete vivere la vostra orrenda povertà, non fatevi vedere troppo, usufruite dei servizi offerti dalla società, fatevi una ragione del fatto che il vostro status di barboni sia istituzionalizzato e con i vostri zainetti in spalla palesatevi solo dal crepuscolo all’alba.
Ora, al netto di come la si possa pensare, quei 4 straccioni non potevano sperare di rimanere lì impunemente oltre il periodo di amore e tolleranza legato al Santo Natale.
La prima regola per un barbone è essere invisibile, approvvigionarsi nei centri convenzionati, non turbare la serenità dei cittadini e velocizzare la sua dipartita bevendo il vino del cartoccio.
È semplice, lo capirebbe anche uno stupido.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.