SCOPERTA FRODE DA 10 MILIONI DI EURO TRA ITALIA, GRAN BRETAGNA, E CROAZIA. 11 INDAGATI E 4 SOCIETÀ COMMERCIALI SOTTOPOSTE A INTERDIZIONE DALL’ESERCIZIO D’IMPRESA
Catania – C’è anche Fabio Castaldi, fiscalista finito nelle carte di “Mafia Capitale”, nella rete criminale emersa dalle indagini dell’operazione “London Windows”, un sistema fraudolento collaudato, finalizzato a garantire a gruppi familiari imprenditoriali la totale sottrazione dal pagamento delle imposte e la contestuale elusione di procedure esecutive e concorsuali.
10 milioni di euro il profitto delittuoso complessivo.
La regia, in mano a una cerchia di professionisti abili nel delocalizzare all’estero imprese caratterizzate da manifesti squilibri finanziari, aveva come unico scopo quello di trasferirne il patrimonio immunizzandolo così da azioni esecutive erariali. In particolare, il trasferimento di sede in Gran Bretagna e Croazia serviva a far perdere le tracce dell’effettiva proprietà che continuava a operare in Italia, con gli stessi asset patrimoniali sottratti alle procedure esecutive, attraverso società nuove solo all’apparenza e affidate all’amministrazione di prestanome.
I nomi dei professionisti indagati, oltre a Fabio Castaldi che operava per il trasferimento delle imprese in Gran Bretagna, sono quelli di Mariolino Leonardi – avvocato catanese e mente dell’organizzazione – destinatario della misura cautelare in carcere, e di Mario Bariggi, referente per le localizzazioni in Croazia.
Sul territorio nazionale, Leonardi collaborava con Giuseppe Bentivegna e Salvatore Falgares, quest’ultimo già destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo di 4 immobili del valore complessivo di oltre 250.000 euro, emesso nell’ottobre del 2018.
Le imprese che beneficiavano deliberatamente dell’opera criminale dei professionisti coinvolti erano diverse: la FOOD & CATERING s.r.l., attiva nella ristorazione con sede a Melilli, Siracusa; URBANISTIKA J.D.O.O., attiva nel settore delle costruzioni avente la sede legale a Pula in Croazia; M.A.S. s.r.l. e la M.A. MANAGEMENT D.O.O., entrambe operanti nel lavaggio industriale, la prima con sede a Catania e la seconda in Croazia.
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L’investigazione, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania (Gruppo Tutela Economia) sotto le direttive della Procura etnea, ha permesso di appurare che le società erano riconducibili a Sebastiana Alescio (cl.1963), il genero Daniele Romano (cl.1981) e la figlia Monia Iincardona (cl.1985) – tutti destinatari del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno per le ipotesi di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio – amministratori di società (SIR catering s.r.l., SIR Catering LTD, fallite e Food & Catering s.r.l., in attività) operanti nel settore della ristorazione, con il supporto professionale dei già citati Leonardi e Castaldi, pianificavano e realizzavano negli anni tra il 2013 e il 2015 una triangolazione societaria (affitto d’azienda concesso dalla societàgravata da debiti per circa 2 milioni di euro a favore di una nuova costituita italiana, cancellazione dal registro italiano delle imprese della fallenda e suo trasferimento con incorporazione nella società londinese “LTD”) avente qualefinalità ultima quella di continuare a operare nel mercato di riferimento senza il rischio di essere sottoposti a procedure fallimentari non onorando le passività contratte.
Carmelo Belfiore (cl.1967) – destinatario del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno perl’ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte – amministratore della “Europa 2000 Costruzioni s.r.l.”, già attiva dal 1994 nel settore della costruzione di edifici residenziali e non residenziali fino alla cancellazione dal registro delle imprese italiane per trasferimento e incorporazione nella neo costituita londinese Pierros LTD. Anche in questa vicenda, Leonardi e Castaldi, per vanificare eventuali azioni esecutive promosse dall’erario per un debito d’imposta superiore ai 2 milioni di euro nonché protesti già elevati per circa 500 mila euro, realizzavano il consolidato schema “triangolare” con l’estero al fine di far confluire il soggetto economico indebitato in una nuova realtà imprenditoriale “sana”; incrinatisi i rapporti professionali tra Leonardi e Castaldi, l’avvocato catanese tentava di realizzare un ulteriore trasferimento estero su estero della società londinese in Croazia, avvalendosi della collaborazione di Bariggi e di professionisti croati senza però riuscirvi.
Antonio Pardo (cl.1960) – destinatario del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno perl’ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte – amministratore della “MARTINA s.r.l.” e titolare di una ditta individuale omonima prima e della croata “URBANISTIKA J.D.O.O.” poi, quest’ultima attiva nella “costruzione di opere di ingegneria civile” con partita I.V.A. italiana, si avvaleva dell’opera di Leonardi per sottrarsi alle procedure esecutive scaturenti da un’esposizione erariale complessiva, nel 2016, di circa 2 milioni e 500 mila euro; Leonardi, con la collaborazione di Falgares (consulente di Pardo) e di Bariggi (referente per la Croazia), realizzavano il trasferimento del patrimonio immobiliare della “MARTINA s.r.l.” e della ditta individuale (valutabile complessivamente in un milione e mezzo di euro) con atto di conferimento a titolo gratuito a favore della società croata che continuando a operare sul mercato italiano si avvantaggiava del profitto riciclato e impediva all’Erario di rivalersi sulle imprese di Pardo, nel frattempo, in liquidazione volontaria.
L’ultima vicenda oggetto di indagini vede coinvolta la famiglia Mascali: Antonio Mascali (cl.1950) e i suoi figli Salvatore (cl.1978) e Anna (cl.1977) – tutti destinatari del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno per le ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, autoriciclaggio e riciclaggio – amministratori e proprietari di imprese operanti nel settore del lavaggio industriale di tessuti, vestiti e biancheria. Nel caso specifico, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, coadiuvati dai colleghi del I Gruppo della Guardia di Finanza di Catania, hanno tracciato i continui trasferimenti di sede, in Italia e all’estero, delle società originarie (la “Lavanderia Automatica Industriale Catanese – L.A.IC.s.r.l.” e la “MEDILAV s.r.l.”) gravate da oltre un milione e mezzo di debiti erariali. Leonardi è stato coadiuvato dai già citati CASTALDI e BARIGGI nonché dal commercialista Bentivegna, quale consulente del gruppo imprenditoriale Mascali, per la realizzazione del progetto criminale che ha visto un primo trasferimento delle società italiane (con conseguente cancellazione dal registro delle imprese nazionali) nella city londinese e una successiva incorporazione delle società britanniche nella croata M.A. MANAGEMENT D.O.O..
Nonostante gli innumerevoli passaggi esteri, di fatto una neo costituita società italiana (M.A.S. s.r.l.) dal 2012 continuava ad esercitare l’attività di lavaggio industriale nella stessasede delle società “L.A.IC. s.r.l.” e MEDILAV s.r.l. (nel frattempo estinte) utilizzandogli stessi macchinari e impiegando la stessa forza lavoro (circa 70 unità). Il patrimonio di beni immobili e mobili, dal valore complessivo di circa 3 milioni di euro, di proprietà della società croata restava in affitto all’impresa italiana attualmente operante (M.A.S. s.r.l.) che, quindi, allo stato dei fatti, fruisce del riciclaggio del profitto derivante dalla sottrazione fraudolenta delle imposte.
Va sottolineato che la cancellazione delle imprese dal registro italiano da oltre un anno impedisce alla Procura di avanzare l’istanza di fallimento per le stesse. Tuttavia, nell’ultimo caso (famiglia MASCALI, M.A.S. s.r.l.), a fronte di un esposizione debitoria di oltre un milione e mezzo fraudolentemente occultata nel bilancio della M.A.S. s.r.l., l’istanza di fallimento è stata ugualmente promossa. L’instaurazione della procedura fallimentare ha prodotto quale effetto immediato il pagamento rateizzato dei debiti erariali, prima interrotto da parte degli indagati, così evitando la dichiarazione di fallimento della M.A.S. s.r.l.. Per quest’ultima società, destinataria del provvedimento cautelare dell’interdizione dell’esercizio dell’attività d’impresa per la durata di un anno, ricorrendone i presupposti di legge (dimensioni dell’azienda, condizioni economiche del territorio di riferimento e ripercussioni sull’occupazione), il G.I.P. ha disposto contestualmente la prosecuzione dell’attività per l’intera durata dell’interdizione imprenditoriale con la nomina di un commissario giudiziale.
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La complessa indagine ha dunque consentito di far luce su un sistema affaristico tra imprenditori sleali e alcuni professionisti già oggetto di indagini per i medesimi reati, i quali, adottando illeciti progetti di riorganizzazione aziendali straordinari,riuscivano sistematicamente a frodare l’Erario rendendo vana qualsiasi azione di recupero. Tale vantaggio competitivo criminale, frutto di sistematiche operazioni di riciclaggio e autoriciclaggio anche in territorio estero, consentiva ai gruppi imprenditoriali indagati di continuare a operare nel mercato di riferimento in costante dispregio agli obblighi di legge, frodando il Fisco, gli enti assistenziali e quelli previdenziali nonché arrecando danni economici alle imprese creditrici e a quelle concorrenti operanti nel medesimo segmento commerciale.
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.