Genova – “La settimana prossima invieremo alla Procura il nuovo piano di demolizione. A Natale 2019 vedremo in piedi l’impalcato e poi, entro il 15 aprile 2020, il ponte sarà fruibile. Non ho detto oggi, pubblicamente, che c’è un’altra possibilità e cioè che una o due corsie vengano aperte prima di terminare i lavori”.
Così questo pomeriggio, a Palazzo Tursi, durante la conferenza stampa per la firma del contratto di affidamento dei lavori, il Commissario straordinario alla ricostruzione, Marco Bucci, snocciola le date e scandisce i tempi della demolizione e ricostruzione del viadotto Polcevera.
Ma cosa prevede il contratto? Quali sono le penali previste, ad esempio? A rispondere è Giuseppe Bono, AD Fincantieri S.p.A., che con un velo di arroganza e facendo il gesto delle corna precisa: “Non ci saranno penali per i ritardi perché non ci saranno ritardi”.
Speriamo.
Eppure Vernazza Autogru Srl, che insieme a Fagioli, Fratelli Omini, Ipe Progetti e Ireos costituiva la cordata dei demolitori, ha abbandonato il campo proprio per le clausole restrittive sui ritardi. E questo ci preoccupa nonostante le rassicurazioni di Emilio Giuseppe Omini: “Non abbiamo problemi a sostituire Vernazza all’interno della nostra ATI perché la ditta Fagioli fa più o meno lo stesso lavoro”.
Non ci resta che aspettare per vedere se realmente quest’opera sarà “l’occasione per rilanciare il sistema delle opere pubbliche, che vengono fatte da gente per bene rispettando i contratti e la legge”, come ha sottolineato Pietro Salini, l’AD di Salini Impregilo S.p.A., il cui nome compare nelle carte dell’inchiesta sulle tangenti per il Terzo Valico.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.