Genova – Venti immagini acquisite al microscopio ottico durante ricerche di laboratorio. Scienziati di fama internazionale e premi Nobel come Martin Chalfie e Stefan Hell. E poi la creatività della curatrice, Claudia Diaspro.
Nasce così il gioco di “Pop Microscopy”, la mostra fotografica in scena al Museo di Storia Naturale Giacomo Doria fino al 31 marzo, che propone al visitatore una visione diversa delle immagini scientifiche rendendolo parte attiva.
L’intento della curatrice è quello di dissociare le immagini dalla loro valenza scientifica per inserirle in un contesto differente, decisamente PoP rispetto ai laboratori in cui sono nate, lasciando che parlino di sé.
Lo spettatore resterà a bocca aperta nello scoprire il reale significato delle coloratissime fotografie.
“Qualcosa di simile accadeva verso la metà degli anni ‘50 del secolo scorso” – ricorda Claudia Diaspro – “quando la Pop Art si è affacciata sul panorama artistico. La Pop Art dava un nuovo ruolo alle immagini nella società del boom economico, così una latta di zuppa (la celebre Zuppa Campbell immortalata da Andy Warhol) divenne icona di quegli anni. Immagini di forte impatto popolare erano innalzate ad opera d’arte dissodando l’incrocio tra pittura e iconografia di massa. Al contrario, perché non rendere un tributo ai progressi scientifici facendo di una cellula, invisibile all’occhio umano, una Star?“.
Non solo.
“C’è un aspetto poetico interessante in queste immagini – spiega Alberto Diaspro, ideatore della mostra e Direttore del Dipartimento di Nanofisica dell’iiT genovese -. Pensate: se io dico Giove, un poeta pensa a una figura umana. Difficilmente penserà a un ammasso di ammoniaca e altre sostanze. Allora poter veicolare quello che c’è nei viventi, i loro componenti principali che sono quelli che ci fanno stare bene o male, attraverso un’espressione poetica, credo sia molto importante e anche di aiuto per chi deve fare delle diagnosi”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.