[vc_row][vc_column][vc_column_text]Genova – Ieri, domenica 3 febbraio, alcune famiglie di Murta, periferia di Genova, sono state costrette a lasciare le loro case per una fuga di gas dovuta a una falla che ha interessato il metanodotto “Spina di Genova”, della rete nazionale di approvvigionamento della Snam.
Ancora una volta gli abitanti di questa parte dicittà devono subire gli effetti di una di quelle servitù, gasdotti e oleodotti, che passano vicino alle abitazioni, lungo i crinali, nell’alveo dei torrenti, nei prati.
Ancora una volta dobbiamo sottolineare quanto sia importante fare applicare la normativa Seveso III anche alle infrastruttureche trasportano materiali pericolosi, così come chiesto con la petizione che Altra Liguria ha consegnato, lo scorso 22 gennaio, nelle mani del Presidente della Camera, Roberto Fico, corredata da oltre 5000 firme.
Anche in questo frangente abbiamo potuto vedere quali siano gli effetti di tale vuoto normativo che, ricordiamo, fa sì che la Prefettura non abbia l’obbligo di redigere dei piani di intervento e di emergenza dedicati alle tubature, cosa che, in caso si verifichino incidenti, consentirebbe l’attivazione di un protocollo operativo affinché tutti gli organi interessati possano intervenire in modo coordinato.
Questo comprenderebbe la diffusione della puntuale e necessaria informazione alla popolazione interessata. Da questo punto di vista, infatti, la situazione che si è determinata ieri è paradossale: la chiusura del gasdotto in zona Campi rendeva necessario risparmiare il gas, soprattutto per poterlo garantire agli ospedali e alle case di cura, e dunque in tarda serata, la popolazione del ponente genovese e della Valpolcevera ha ricevuto l’invito a chiudere, con decorrenza immediata, gli impianti di riscaldamento, ma non da canali ufficiali bensì attraverso Facebook e un’emittente locale privata.
Ci chiediamo, e a questo punto sarebbe interessante avere i dati, quanti cittadini e amministratori di condominio sono stati raggiunti in maniera rapida e chiara dall’informativa? Quanti hanno agito di conseguenza?
Riteniamo inaccettabile che non si sia approntata un’informativa puntuale e capillare, da parte delle istituzioni, che chiarisse anche la possibilità eventuale che alcuni edifici pubblici, come le scuole, rimanessero prive del riscaldamento.
Neppure questa mattina all’alba si avevano informazioni certe e i ragazzi si sono recati a scuola senza sapere che situazione avrebbero trovato. Non è accettabile che si debba aspettare l’evolversi della situazione per emettere un’ordinanza in merito alla chiusura delle scuole, lasciando la popolazione nell’incertezza.
Ribadiamo, quindi, quanto sia indispensabile che la normativa Seveso III venga applicata anche alle infrastrutture di trasporto. Indispensabile vista la convivenza forzata che le popolazioni genovesi, e non solo, devono subire.
Ufficio stampa L’Altra Liguria[/vc_column_text][vc_gallery interval=”3″ images=”28440,28441,28442″ img_size=”full” title=”L’intervento dei Vigili del Fuoco”][/vc_column][/vc_row]
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