Alla fine, senza soldi, siamo tutti un po’ “negri”

Il tuo capo ufficio è un fottuto raccomandato. Gliela scoperesti la moglie ma fa schifo pure lei. Tu sei il migliore, ti conosci, lo sai.

Sulla tua sedia scomoda hai un ego smisurato, davanti al monitor sei padrone di tutto. La macchina l’hai comprata a rate e non ha neppure tutti gli optional, ma con quello che hai risparmiato  sulla rata, circa 30 euro al mese, hai “comprato” un nuovo debito e  il nuovo iphone facendo un contratto per 30 mesi con un gestore telefonico.
Ti chiami “Rate” di primo nome e Piero all’anagrafe.
Visto che, bene o male, uno straccio di stipendio ti arriva e visto che, incrociando le dita, un appartamento te lo sei comprato e nessuno te lo toglierà, hai il vantaggio di non veder scivolare via la tua vita grigio topo e puoi occuparti di quella degli altri.

“Ah, quell’azienda chiude, cosa pretendono?
Non facevano un cazzo tutto il giorno”.
Predichi mentre in orario di lavoro, guardi il cellulare per prendere accordi sulla partitella con gli amici e cerchi un Hotel poco costoso per il week end.
E poi, ti ricordi che devi farla pagare a quella maledetta impiegata della posta che ti ha fatto tornare ben due volte perché non trovava il tuo pacco. “Eh, quelli della posta, sempre nascosti dietro gli scaffali, voglia di lavorare saltami addosso che mi scanso!”

Poi, la realtà irrompe nella tua vita social:
«Piero “Rate”, quella pratica?»
«Domani è pronta Direttore»

“Cazzo, dove sarà finita?”, ti chiedi mentre sfoggi un’aria affaccendata ma senza scollare l’occhio dal tuo social preferito.

Nessuno si senta tirato in ballo, ma per ogni categoria lavorativa c’è un Signor “Rate” che odia,  magari inconsapevolmente, la sua vita, e quindi odia quella degli altri. E per altri si intende quelli più deboli, quelli vulnerabili.
Perché, al massimo, il tuo capo lo puoi “scrivere nel cesso” senza farti vedere: ” Fantini è una merda”, scrive la tua mano furtiva dopo aver esitato sull’inserire nella tremenda ingiuria il suffisso Dott.
Prima la platea dei “Rate” era limitata alle conoscenze personali, o agli incontri casuali al bar, oggi, con la rete, godiamo della presenza di migliaia di odiatori che si autoalimentano perché un pubblico così vasto offre infinite categorie sociali da colpire.
Se i credenti aspettavano l’apocalisse, il diavolo l’ha servita in tavola nella maniera più elegante possibile.
Il nostro ruolo in questa società così fluida è condito da una relatività disarmante. Mi viene in mente una storiella divertente ma amara, che vedeva un commerciante di successo dialogare con un noto imprenditore di fama mondiale e nel tentativo di familiarizzare con ” l’esempio da seguire” gli rivolgeva questa domanda:

«Dottor  Lamb, se lei avesse un milione di euro cosa farebbe?”
«Mi suiciderei» fu la risposta.

E quindi rivoltando questa fetida frittata,  penso a Prince, migrante nigeriano che si è suicidato, come ha fatto anche un pensionato a cui avrebbero pignorato la casa, o un operaio che ha perso il lavoro.
E quindi a proposito di odio ecco alcuni commenti.discorsi d'odio

Ma Prince era un migrante, una delle categorie sociali da disprezzare, quella più in voga.
Ma se volete ancora un po’ di odio ve lo offro con i commenti scritti agli abitanti di Lungomare Canepa che chiedono solo di vivere in maniera decente.
Commenti buttati li, senza conoscere la reale situazione e senza conoscere le persone. Sentenze sputate dal proprio pulpito tarlato.discorsi d'odioMa gli esempi sono infiniti, e infiniti i modi di odiare e comunque il denaro, quello che ti permette di far parte dell’élite e di gestire l’odio senza esserne toccati, è sempre al centro della vita delle persone.  Non per nulla, i generali e qualche volta i capitani, stanno sulla collina e guardano i soldati scannarsi.
Come dice la Santanchè” l’unico vero strumento di libertà. I soldi servono a essere liberi. Chi paga comanda. Lo dico a te che sei una donna: pagare i propri conti vuol dire comandare. E’ un grande strumento di libertà il denaro”
Frase che ha suscitato un orrore ipocrita, forse perché detto a bambini che si renderanno conto di questa verità solo un po’ più avanti, mentre i bambini, gli altri, quelli dei vari Lamb, ne sono consapevoli dal primo vagito.

Alla fine, senza soldi, siamo tutti un po’ “negri”.

fp

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.

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