Genova – 4 milioni e 600 mila euro promessi da Toti a luglio 2018 per il Piano di Riqualificazione del Quartiere Diamante.
24 telecamere collegate al sistema Città Sicura, dislocate tra via Brocchi, via Pedrini, via Sbarbaro, via Maritano e via Cechov.
” Cantieri aperti prima della prossima estate”.
Che cosa resta delle promesse fatte al Diamante?
“La scorsa estate ci hanno dato delle rassicurazioni sul risanamento del quartiere – racconta Pietro Palermiti, Presidente del Coordinamento Quartiere Diamante -, poi è crollato il ponte e la situazione si è raffreddata. Noi abbiamo lasciato correre perché era giusto così, ma adesso vogliamo delle risposte. Dove sono i soldi della riqualificazione? Quando inizieranno i lavori?”.
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Venerdì 8 febbraio, in commissione municipale, neppure l’ennesimo incontro con l’Assessore alle Politiche della casa e Housing sociale, Pietro Piciocchi, dà gli esiti sperati.
Precisa Palermiti: “Pensavamo che Piciocchi portasse avanti il discorso e invece abbiamo capito che tra il 2019 e il 2021 gli unici soldi che verranno investiti a Begato saranno i 3 milioni e mezzo del vecchio Accordo Quadro”.
C’è preoccupazione nel quartiere anche perché gli annunci di demolizione delle Dighe sono ormai ricorrenti e chi può approfittare del cambio casa scappa via, in altre zone della città. “In totale se ne andranno circa 70 persone – continua Palermiti -. E se svuotano le Dighe senza abbatterle? Resteranno i morosi e noi diventeremo un ghetto in balia degli abusivi“.
Sono passati otto mesi dal caffè del Sindaco a Begato e la situazione non è cambiata. Niente soldi, niente telecamere, e “la gestione di A.R.T.E. che fa acqua da tutte le parti. Pensi che gli uffici decentrati non hanno fondi e fanno pagare gli interventi agli inquilini. Ma come può una persona che prende 300 euro al mese di pensione pagare 100 euro per la sostituzione di un flessibile? Diventano morosi per forza!”, si lamenta Palermiti che al Diamante ci vive e sperimenta tutti i disagi sulla propria pelle.
Le periferie sono luoghi strani. Pieni di contrapposizioni sociali, economiche, culturali, ma che sono in grado di trasformare sé stesse, di reinventarsi. Ce lo insegnano ogni giorno le lotte dei Comitati.
Le periferie non si arrendono e non lo farà neppure il Quartiere Diamante: “Abbiamo presentato una piattaforma con i sindacati – conclude Palermiti – Se A.R.T.E. non ci risponderà, porteremo la gente a manifestare sotto i suoi uffici. Adesso basta con gli spot elettorali“.
Simona Tarzia
Simona Tarzia e Fabio Palli hanno collaborato alla realizzazione di DigaVox , il docu-film sull’emergenza abitativa alle Dighe di Begato.
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.