Roma: prestiti a usura all’interno di un patronato, interessi fino al 300% annuo

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Roma – Un gergo “cifrato”, secondo il quale i prestiti erano “torte”, “feste”, “compleanni” o “album”, le rate “regali” e gli interessi “candeline” o “figurine.

È quanto emerge da un’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica – Gruppo di lavoro reati gravi contro il patrimonio e stupefacenti -,  che trae origine dalla denuncia presentata nel novembre 2017 da una donna che, dopo essersi rivolta a un patronato del quartiere di Centocelle per istruire una pratica di finanziamento al fine di far fronte a impellenti spese mediche, era rimasta vittima di veri e propri usurai. 

Non essendo riuscita ad ottenere il prestito, la denunciante era stata costretta ad accettare le condizioni capestro imposte dagli indagati, che si erano proposti di concedere direttamente il denaro richiesto ma con l’applicazione di tassi di interesse mensili oscillanti tra il 20% e il 25%, corrispondenti a circa il 300% annuo. 

Gli approfondimenti eseguiti dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno portato alla luce un più ampio sistema illecito perpetrato ai danni di diverse persone, le quali, versando in precarie condizioni economiche che non consentivano loro di accedere al credito legale, erano cadute nella “trappola” dell’usura, ordita dalla titolare dell’ente associativo, dai suoi due figli e da un quarto soggetto, “finanziatore” delle condotte delittuose. 

L’erogazione delle somme era “schermata” dalle finalità del patronato, ovvero quelle di offrire assistenza agli utenti per l’espletamento di pratiche amministrative di vario genere. 

Nel corso di diverse perquisizioni, i Finanzieri hanno rinvenuto, tra l’altro, un vero e proprio “libro mastro” in cui venivano annotate, con certosina precisione contabile, le somme prestate e le relative restituzioni, comprensive degli esosi interessi applicati. 

Con l’accusa di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, sono finiti agli arresti domiciliari Alessio RENZANI (classe 1988); Simone RENZANI (classe 1990); Eleonora DI MARTINO (classe 1968) e Dino PELLICCIONI (classe 1966).[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_video link=”https://youtu.be/xOXm6KDdU4I”][/vc_column][/vc_row]

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *