Genova – TIR, moto, automobili, clacson e sirene. Non c’è pace in Lungomare Canepa.
Smog e rumore danneggiano la qualità della vita di chi abita nelle case affacciate su questo prolungamento dell’autostrada in piena città.
Sui balconi spiccano i cartelli con su scritto: “Benvenuti in A10. Pedaggio a carico della nostra salute”.
“Ci stiamo letteralmente avvelenando”, protesta Silvia Giardella, Presidente del Comitato Lungomare Canepa, che ci racconta come, togliendo i pannelli antirumore che avevano applicato alle finestre della camera da letto, “con evidente sorpresa li abbiamo visti completamente trasformati dallo smog, ingialliti e sporchi anche al tatto”.
Un colore giallognolo che non è opera del sole perché, ci conferma Giardella, “erano sistemati tra il vetro, le zanzariere chiuse e le persiane, sempre chiuse per evitare il rumore”.
Una precisazione: in quella camera non dormono nemmeno più, ora si coricano in sala, su un divano letto, per sfuggire al frastuono dei motori.
Sono sempre molto ospitali quelli del Comitato e dopo l’intervista ci offrono un caffè.
Dal balcone entriamo in cucina e la sensazione è come quando da ragazzini si ballava in discoteca accanto alle casse: siamo stati fuori pochi minuti e il rumore ci è entrato in testa.
Dentro non è meglio. È come vivere con la cappa della cucina sempre in funzione. Un sottofondo continuo che ti ammorba il cervello.
“Noi siamo in emergenza. Sotto ai nostri balconi transitano 81.000 veicoli al giorno”, tiene a precisare Giardella che poi chiede tempi brevi per il posizionamento delle centraline di monitoraggio promesse dalla Regione, ma che non si sono ancora viste.
Domani finisce la “Settimana dell’Amministrazione Aperta” e questo fa sorridere Fabio Valendino, anche lui del Comitato Lungomare Canepa, che lo definisce “un evento drammatico questo della settimana della trasparenza e partecipazione. Sono due anni che chiediamo trasparenza e condivisione delle scelte ma abbiamo trovato solo difficoltà”.
La percezione dei cittadini, dopo l’abbattimento del muro a maggio 2018, è che sia calato il buio sulle rilevazioni dei dati acustici, dei dati di inquinamento atmosferico e addirittura sullo stesso progetto. Racconta ancora Valendino: “Il progetto sta andando avanti per strade che i cittadini non conoscono. Ad esempio, la competenza su questa strada inizialmente veniva attribuita ad ANAS. Poi ANAS ha negato questo suo coinvolgimento e allora veniva, di volta in volta, attribuita a Società per Cornigliano, piuttosto che all’Autorità Portuale o al Comune di Genova“.
Nebbia totale.
Per capirci qualcosa il Comitato ha fatto un accesso agli atti “anche perché le nostre iniziative a tutela della salute dei cittadini andranno avanti, faremo dei rilevamenti su inquinamento e rumore, e dobbiamo sapere a chi opporli”.
Intanto, nell’attesa dell’incontro pubblico che il 21 marzo, in Villa Serra Doria, toccherà proprio i temi delicati dei depositi petrolchimici e di Lungomare Canepa, il Comitato ha organizzato per domattina un flash mob in via Pietro Chiesa: “Vogliamo essere liberi di vivere il nostro quartiere e di passeggiare senza morire”, è lo slogan della passeggiata anti smog.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.