Savona – È finita questa mattina, all’aeroporto di Milano Malpensa, la latitanza di Andrea Nucera negli Emirati Arabi.
Erano 7 anni che il faccendiere di Ceriale viveva ad Abu Dhabi con la sua compagna, Simona Musso, cioè da quando erano incominciati i guai per il crack del Gruppo Geco, società del mattone con un passivo fallimentare di 400 milioni di euro.
Per questa vicenda è in corso un procedimento presso il Tribunale di Savona che, tra banchieri, commercialisti e periti di istituti bancari, vede imputate 19 persone compreso l’ex numero uno di Banca Carige, Giovanni Berneschi.
I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta aggravata, alla dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti, all’omesso versamento IVA, alla formazione fittizia del capitale, fino al favoreggiamento personale e all’usura.
Stralciate da questo procedimento per nullità del provvedimento di latitanza a dicembre 2018, le posizioni di Nucera e della sua compagna sono nuovamente sotto l’occhio della Procura di Savona dove è in corso l’iter per l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e la nuova richiesta di rinvio a giudizio.
Ignote le cause che hanno portato l’imprenditore a comunicare alle Fiamme Gialle la data del suo rientro in Italia e a mettere fine a quello che lui stesso aveva chiamato, davanti alle telecamere di “Chi l’ha visto?”, un esilio.
Un rientro col botto se Nucera, che adesso è ai domiciliari, avesse deciso di raccontare agli inquirenti la sua verità, anche perché fino ad oggi non è mai stato ascoltato dalla Procura.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.