43. Il ponte spezzato. Philippe Blanc racconta la tragedia del Morandi per la Tv Svizzera

Genova – Lara riceve un messaggio da Luigi: “Faccio l’ultima consegna e vengo a casa”. Da quel momento soltanto silenzio e poi l’ansia che comincia a salire. È il 14 agosto 2018: alle ore 11.36 di quella vigilia di Ferragosto crolla il Ponte Morandi a Genova. Il bilancio definitivo sarà di 43 morti, decine di feriti e 600 sfollati.

Una sciagura annunciata che ha messo a nudo una gestione insufficiente della rete stradale italiana. L’indagine sul crollo di Genova stabilirà chi deve assumersi le responsabilità. Tra le macerie la Magistratura cerca i reperti, ritenuti la prova chiave per stabilire le cause del disastro: monconi di calcestruzzo e fili d’acciaio, che dall’ hangar di Genova viaggiano fino ai laboratori dell’EMPA di Dübendorf, dove vengono sottoposti ad una super perizia.

Un lavoro che Falò ha potuto seguire in esclusiva assoluta. Il parere degli esperti svizzeri si intreccia con le testimonianze dei sopravvissuti, dei familiari delle vittime, dei soccorritori e di chi ha perso la casa, per dar vita ad un documentario-inchiesta in cui la ricerca della verità insegue le drammatiche storie dei protagonisti.
Con un pizzico d’orgoglio vogliamo sottolineare che alla realizzazione dell’inchiesta hanno partecipato la giornalista Giulia Danieli e il collega Claudio Maccagno. Nei difficili giorni che sono seguiti al crollo del Morandi muoversi per Genova era veramente complicato, quasi impossibile, ma ancora più difficile era avvicinare le persone con la dovuta attenzione e delicatezza. Questo lavoro oscuro ma indispensabile è stato possibile grazie alla loro consueta professionalità.

Il programma può essere visto anche su www.rsi.ch/playe sull’App Play RSI (iOS e Android).

https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/falo/43.-Il-ponte-spezzato-11531245.html

Ospite in studio l’ingegnere e professore al Politecnico di Zurigo Bernhard Elsener, perito incaricato delle indagini del crollo del PonteMorandi.

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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