Genova – Costato 3 milioni e 200 mila euro di fondi europei – Fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013 – e circa un milione e 800 mila euro di stanziamento del Comune di Genova, l’ascensore Scassi-Cantore funziona solo a singhiozzo e crea gravi disagi a chi deve raggiungere l’ospedale di Sampierdarena.
«A distanza di quasi 2 anni e mezzo dalla sua attivazione, il bilancio per l’ascensore “fragile” è del tutto negativo, bloccato com’è da una serie impressionante di guasti che hanno colpito l’impianto praticamente da subito», denuncia Linea Condivisa, per voce del consigliere regionale Gianni Pastorino e dei consiglieri del Municipio Centro-Ovest Mariano Passeri e Matteo Buffa.
«Siamo assolutamente perplessi: inaugurato in pompa magna e salutato come ritrovato tecnico avveniristico, di ultima generazione, l’elevatore subisce continui stop per manutenzioni non meglio specificate. Il problema, però, resta irrisolto: evidentemente, andrebbe ricercato all’origine del progetto. In una città come Genova, è davvero un’ottima idea potenziare il trasporto verticale… ma, banalmente, verrebbe da dire: “l’importante è che funzioni”. Un fallimento che non soltanto penalizza i cittadini, obbligati a raggiungere l’ospedale con tortuosi percorsi d’autobus, ma che danneggia anche l’immagine di un’azienda, AMT, che purtroppo non gode di buona reputazione e che non si dimostra capace di governare le sue infrastrutture».
Inaugurato a dicembre 2016, già in ritardo rispetto alla programmazione europea, l’ascensore funziona a singhiozzo per tutto il 2017 fino a una prima chiusura per un guasto infrastrutturale. Effettuate tutte le verifiche del caso, l’ascensore riparte ad Aprile 2018; ma le illusioni durano poco: chiusura pressoché immediata e riapertura a dicembre 2018. Ma oggi tutto risulta nuovamente chiuso.
«Forse la fine, per un’infrastruttura mal progettata e dalla vita travagliata? Non è ciò che ci auguriamo. Anche perché si tratta di una soluzione sicuramente più ecocompatibile rispetto agli autobus sostitutivi, che i residenti, spesso anziani, sono tuttora costretti a utilizzare –concludono Pastorino, Passeri e Buffa -. Auspichiamo che il Comune proceda con la richiesta danni ai costruttori. Allo stato attuale è necessaria una manutenzione continua dell’impianto, riservando particolare attenzione all’usura di macchinari che si sono rivelati estremamente fragili. Ma che erano al centro della progettazione voluta e approvata da AMT».
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