Genova – Dopo settimane di manifestazioni, incontri sindacali e scioperi, è stato raggiunto un accordo tra Fiom Cgil Fim Cisl e proprietà Giugiaro. Nei mesi scorsi l’Azienda aveva comunicato di voler chiudere il sito produttivo di Genova in favore di quello di Verona, lasciando a casa i dipendenti genovesi. Da qui è nato un lungo braccio di ferro che ha coinvolto anche le istituzioni e che ha portato alla firma dell’accordo di oggi. Rispetto a quanto concordato l’Azienda manterrà una presenza a Genova dedicata alla progettazione e che occuperà 5 dipendenti. Altri saranno accompagni alla pensione, altri saranno trasferiti a Verona (anche questa ipotesi sino ad oggi non era contemplata dall’Azienda), altri hanno accettato incentivi all’esodo. Per Ivano Mortola Fiom Cgil “Quando è arrivata la notizia che Giugiaro avrebbe chiuso, abbiamo subito espresso la nostra contrarietà e abbiamo proclamato diversi giorni di sciopero. A fronte delle nostre richieste di non cessare l’attività, l’Azienda ha proposto ai dipendenti una buona uscita di 2 mila euro a persona: in tanti anni di attività sindacale una proposta così al limite della decenza non l’avevo mai ricevuta. Ora, grazie alla caparbietà dei dipendenti e alle azioni che abbiamo messo in campo, siamo riusciti a raggiungere questo faticoso accordo che rispetto alle premesse mitiga in parte il dramma dei dipendenti”.
Per Alessandro Tanda della Segreteria Fim Cisl Genova si tratta dell’ennesima gestione aziendale che ha portato alla delocalizzazione di un’altra azienda del territorio genovese.
“Se ci fosse stata la volontà da parte dell’Azienda di dialogare ben prima di quanto accaduto con le parti sindacali e con le istituzioni si sarebbero potuti aprire molti più scenari di quelli tristemente noti. Lo dimostra anche il fatto che le Istituzioni in primis il Sundaco Bucci e l’assessore Vinacci non appena chiamati si sono resi subito disponibili per mediare e/o trovare soluzioni per l’azienda e i suoi dipendenti. Resta il fatto che, bene aver ridotti i licenziamenti ma male per gli altri 18 lavoratori e lavoratrici e le famiglie che avranno necessità di trovare subito una nuova collocazione”.
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