Avevamo avanzato questa ipotesi un anno fa. Erano arrivate in redazione alcune indiscrezioni sulla ricollocazione dei depositi costieri sulla piattaforma Maersk a Vado ma poi la questione si era un po’ sopita.
Ieri sera a Voltri il consiglio di Municipio si è riunito nel teatro del Ponente per ascoltare Signorini Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale principalmente sul tema della ricollocazione del petrolchimico da Multedo.
Nel merito, riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato di Marika Cassimatis.
“Dopo aver ripetuto diverse volte che mai ci sarà una ricollocazione senza il consenso dei territori (quale territorio potrà mai accettare? ) alla domanda di Marika Cassimatis ” Non essendoci nessun sito dell’area metropolitana genovese in grado di rispettare la normativa di sicurezza sui nuovi impianti secondo anche la legge Seveso III, l’ipotesi di collocare il petrolchimico a Vado, utilizzando il pennello della piattaforma Maersk certamente più lontana dall’area abitata (1.5 km) , è un progetto al quale state lavorando? Esiste questa possibilità? Mi risponda Presidente Signorini visto che è lei, presidente dell’Autorità Portuale a decidere a chi darà lo spazio a mare, e quindi la delocalizzazione definitiva del Petrolchimico , e non il Sindaco ?”
Signorini ha risposto:”Si è una ipotesi alla quale stiamo lavorando. Il petrolchimico a Vado presenta minori criticità sulla sicurezza anche se ci sono ancora problemi tecnici da risolvere per il collegamento ferroviario”.
Quindi avevamo ragione a sostenere tale ipotesi, come un progetto già in essere, del petrolchimico a Vado. Anche a giustificare gli 80 milioni di euro già stanziati dal Decreto Genova per adattare il pennello di Vado.
Allora perché tenere sulla corda i comitati e i quartieri genovesi? Perché non rassicurare i cittadini, esasperati da decenni di servitù invalidanti il sano vivere del Ponente?
Forse in attesa di un colpo di teatro a ridosso delle elezioni?
Non si gioca sulla pelle dei cittadini, i cittadini vanno rispettati con la trasparenza”.
È anche vero che Signorini ha sottolineato che la zona di Vado non ha infrastrutture stradali e ferroviarie sufficienti per accogliere, eventualmente, i depositi in tempi brevi. Aggiungiamo che, molto probabilmente, i 60 lavoratori impiegati attualmente a Genova non sarebbero molto felici di spostarsi a vado.
Insomma, la questione depositi costieri non è di facile soluzione.
Per chi si fosse perso il nostro articolo del 22 marzo 2018:
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.