Genova – Sono scesi in strada, questa mattina, per dire basta a nuove servitù impattanti, basta al fantasma delle incertezze che sorvola sempre sulle solite delegazioni, e sparge l’angoscia di altre minacce per la salute dei cittadini e per l’ambiente.
Sono stanchi dei dibattiti pubblici postumi, a giochi fatti.
Chiedono alle istituzioni un impegno concreto di mitigazione dei rischi già esistenti, e minacciano nuove e più imponenti mobilitazioni se non saranno ascoltati.
Sono i comitati del Ponente e della Valpolcevera che camminano insieme per le strade della città e compiono un passo storico nella lotta per la salvaguardia del territorio: quello di lottare insieme, fuori dai campanilismi, perché senza unità si gioca una battaglia in ritirata.
Legambiente: “I cittadini meritano di essere ascoltati e di avere delle risposte concrete”
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Questi gli attori sul territorio, quelli che si sono presi la responsabilità di immaginare un futuro diverso, che non risponde alle logiche della speculazione e dello sviluppo a ogni costo:
Comitato Cornigliano per la Città, Comitato di Palmaro, Comitato Lungomare Canepa, Comitato Sicurezza Sestri Ponente, Comitato per Pra’, Associazione Comitato di Quartiere di Multedo, Associazione Viviamo Cornigliano, Comitato Spontaneo Cittadini Borzoli e Fegino, Officine Sampierdarenesi, Legambiente, Associazione Medici per l’ambiente, Comitato Liberi cittadini di Certosa, Comitato San Biagio, Associazione Sampierdarena Vive.
Questi gli argomenti sul tavolo:
Voltri – Vedrà sventrata Villa Duchessa di Galliera e dovrà vigilare sull’espansione ad ovest del porto di Pra’ ed a sud, oltre la diga foranea, del c.d. Bruco e rinunciando alla sua spiaggia e al suo affaccio al mare.
Palmaro – Sta subendo l’ampliamento della ferrovia a sei binari, funzionali alla circolazione di nuovi treni merci con conseguente movimentazione h.24 sotto le case degli abitanti del luogo, già vessati dal via-vai di migliaia di camion portacontenitori diretti in porto. Al momento nessuna fascia di separazione tra porto industriale e città.
Palmaro, Prà e Pegli – Convivono costantemente con meganavi e migliaia di camion fonte di rumore e gas tossici generati dai loro motori. Si prospetta il rischio di espansione del porto a Levante, il settimo modulo, con interramento del mini specchio di mare ancora esistente, nonché la collocazione di depositi chimici o containers.
Val Varenna – I camion transitano diretti alla cava Piana di Carlo e che spesso non sono adeguatamente coperti. A tutti questi problemi si aggiunge la questione del materiale conferito nella cava che ormai da tempo è diventata una discarica.
Multedo – Convive con i depositi chimici in mezzo alle case mentre tutto il Ponente subisce il ricatto dei settanta posti di lavoro di Carmagnani e Superba. Proprio impossibile bonificare le aree e ricollocare utilmente in porto i suddetti lavoratori?
Cornigliano – Nonostante una parziale riqualificazione, potrebbe veder collocato un deposito di GNL (Gas Navale Liquido) ed ospiterà il nuovo depuratore che lavorerà i reflui di 300.000 cittadini genovesi. Subisce gli effetti nefasti della nuova Gronda Mare in termini di inquinamento ambientale ed acustico.
Sampierdarena – Vive il travagliato rapporto con la nuova Gronda a Mare autostradale che si assomma nevralgicamente al traffico portuale, ferroviario ed aereo. Si appresta ad un maxi ampliamento del porto per ospitare le super portacontainers cinesi con gravi conseguenze ambientali. Ospita 5 dei 12 siti a Rischio di Incidente Rilevante di Genova (RIR).
Fegino e Borzoli – Deposito di idrocarburi teatro dello sversamento di 700 mila litri di petrolio il 17 aprile 2016, emissioni da movimentazione idrocarburi. Subisce l’esistenza della ex Eltin, azienda meccanica abbandonata da oltre 30 anni, che ha i tetti di eternit fatiscente. Dietro ai giardini Montecucco salita al lago altro edificio ex opificio archeologia industriale area Fossati ora sotto sequestro. Depositi di container e relativo impatto sul traffico in strada pericolosa e priva di marciapiedi.Poi ovviamente discarica a 700 mt di altezza di monte Scarpino.
Certosa – Con discariche tossico nocive, Via Piombelli e Via Manuseto l’azienda dei depositi dei fanghi delle bonifiche, i cantieri del parco ferroviario. Ormai Certosa insieme a Sampierdarena e, precisamente via Fillak, è sinonimo di Ponte Morandi ovvero di morti, sfollamento, chiusure attività, licenziamenti, detriti e rischio amianto.
Rivarolo – Deposito di Amiu dove c’è uno stoccaggio all’aperto della frazione umida raccolta presso le grandi utenze quindi ora mensa per gabbiani. In via Ferri lavori fermi per il nodo ferroviario con data di fine lavori inesistente.
Teglia – Di fronte al Mercatone Uno, ora chiuso, c’è l’area Miralanza abbandonata da decenni. A Trasta ci sono gli scavi per i lavori del Terzo Valico che hanno distrutto la montagna.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.