“Oltre il Ponte!” non è un film sulla tragedia del 14 agosto.
Scattante e conciso come un’impresa dei gappisti, è il racconto della Resistenza genovese costruito attraverso le imprese dei protagonisti.
Ci sono tre partigiani sopravvissuti a un rastrellamento nel basso Piemonte che, disarmati, devono raggiungere Campomorone. Due fascisti, che credono ancora nei loro ideali e cercano di salvare il salvabile. E due adolescenti che rimangono coinvolti nella guerra di Resistenza, per caso.
“Oltre il Ponte nasce innanzitutto come tributo a una città, Genova, che è stata l’unica a liberarsi da sola” racconta Edoardo Viterbori, il giovane regista, che poi rivela il senso profondo del film: “Viviamo in un’epoca in cui i veri testimoni della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza ormai hanno un’età avanzata e molti non ci sono più“.
La memoria, dunque, che rende questa storia di finzione più che reale, che racconta a chi non c’era la storia di ieri, che nei tempi più bui riaccende la speranza di trovare oltre il ponte giustizia e libertà.
Scriveva Italo Calvino nella sua canzone partigiana: “Avevamo vent’anni e oltre il ponte oltre il ponte ch’è in mano nemica vedevam l’altra riva, la vita tutto il bene del mondo oltre il ponte”.
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.