Chi era veramente Aldo Moro?

Oltre quarant’anni sono passati dalla morte di Aldo Moro e dal suo straziante omicidio ad opera delle Brigate Rosse.
Ma chi era Aldo Moro?
Figlio di un maestro elementare era nato a Maglie (Lecce) nel 1916 ed apparteneva ad una famiglia laica, con un forte senso dello Stato, come spesso accadeva. Una lenta e inesorabile carriera dopo la laurea nella Democrazia Cristiana, già nel giugno del 1969 al IX Congresso della DC pose all’attenzione del partito una sua strategia che consisteva nel coinvolgere anche il Partito Comunista Italiano in assunzioni di responsabilità che salvaguardassero il sistema democratico. Questo in un momento in cui la crescita del PCI in Italia sembrava inarrestabile e portava i partiti antagonisti ad una deriva di destra.
Negli anni che seguirono riuscì a portare in un dialogo con Berlinguer il PCI fuori dall’astensione prefigurando un “compromesso storico” che apriva straordinarie prospettive sdi allargamento della maggioranza. In un penetrante e suggestivo discorso ai gruppi parlamentari della DC il 28 febbraio 1978 disse “… se voi mi chiedete fra qualche anno cosa potrebbe accadere… io dico: potrà esservi qualcosa di nuovo”. Non si seppe mai precisamente cosa, anche se in un’intervista al direttore del quotidiano La Repubblica Eugenio Scalfari, uscita postuma, precisò parlando delal necessità per il partito di prepararsi ad un’alternanza. Passarono solo pochi giorni da quel discorso e il 16 marzo di quell’anno Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi uccisero i cinque uomini della sua scorta e  tennero il politico prigioniero per 55 giorni in via Fani a Roma. 55 giorni in cui, durante la detenzione Moro scrisse a familiari, colleghi politici ed altre personalità che le BR stesse trasmisero agli interessati. 55 giorni durante i quali le varie operazioni dei servizi di “intelligence” e di forze di polizia subirono forse deviazioni ed ordini contraddittori che non ne consentirono la liberazione. Dopo la morte di Aldo Moro tutti i responsabili vennero arrestati. Un’inchiesta parlamentare dell’ VIII Legislatura dedicata esclusivamente a questo tema si trovò dinanzi ad un imponente quantitativo di materiale dal quale non risultò alcun dato probatorio certo che dimostrasse come le BR potessero avere avuto appoggi di paesi stranieri. Molti sono i punti non chiariti, come una lettera di Moro a Flaminio Piccoli da cui si arguirebbe una “pista palestinese.”Gran parte del carteggio si trova in archivi di paesi esteri e del nostro, ancora non consultabili. Moro fu assassinato il 9 maggio 1978 e il cadavere venne rinvenuto a Roma all’interno di un’autovettura, in via Caetani, un luogo equidistante fra la sede della DC e del PCI.  Sarebbe lungo ed inefficace spiegare la lunga trafila e scontri di potere che seguirono le trascrizioni del memoriale trovato nel covo, di trascrizioni iniziate e poi interrotte per scontri di potere a volte fra alti ufficiali che spesso ebbero la meglio l’uno sull’altro, anche su un personaggio forte come il generale Dalla Chiesa, che in quel periodo aveva il filo diretto con Bettino Craxi.

Mauro Salucci

Mauro Salucci è nato a Genova. Laureato in Filosofia, sposato e padre di due figli. Apprezzato  cultore di storia, collabora con diverse riviste e periodici . Inoltre è anche apprezzato conferenziere. Ha partecipato a diverse trasmissioni televisive di carattere storico. Annovera la pubblicazione di  “Taccuino su Genova” (2016) e“Madre di Dio”(2017) .   “Forti pulsioni” (2018) dedicato a Niccolò Paganini è del 2018 e l’ultima fatica riguarda i Sestieri di Genova.

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Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.

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