Genova – “Oggi, a distanza di nove mesi dall’incidente e di cinque mesi dal ricovero al Gaslini, possiamo dimettere e restituire ad una vita normale un ragazzo: un successo di squadra, reso possibile dalla perseveranza e dalla sincronia dei diversi operatori del nostro grande policlinico pediatrico – dal personale della Gastroenterologia, a quello della Riabilitazione, della Chirurgia e dell’Ortopedia – che, insieme, hanno restituito speranza e guarigione ad un piccolo paziente e alla sua famiglia”, spiega il direttore generale del Gaslini, Paolo Petralia.
Musa, questo il nome del quindicenne arrivato al Gaslini dall’Albania, era ricoverato da agosto 2018 in un reparto di rianimazione del suo Paese, in stato di coma e in gravissime condizioni generali, in seguito ad annegamento presso il lago di Scutari.
“Il paziente è giunto in stato vegetativo, con una grave disfagia, una doppia emiparesi e blocco delle articolazioni: questi casi hanno in genere una prognosi negativa, tutto dipende dal tempo che passa tra l’incidente e la successiva rianimazione cardio-circolatoria, perché in questo intervallo il cervello resta senza ossigeno e subisce danni gravissimi”, precisa Paolo Moretti, direttore dell’U.O.C. Medicina fisica e Riabilitazione del Gaslini.
Musa è arrivato in condizioni generali estremamente critiche a causa di una grave denutrizione e di insufficienza renale, e si è deciso inizialmente un ricovero nell’UOC Gastroenterologia.
“È stato necessario stabilizzare le condizioni generali del ragazzo ed effettuare una gastrostomia endoscopica nutrizionale per poter effettuare una ri-alimentazione modulata e bilanciata considerando anche che non erano valutabili gli esiti del danno cerebrale che aveva subito sulla integrità di suzione, masticazione, e deglutizione, Gradualmente siamo riusciti a ristabilire uno stato nutrizionale adeguato e abbiamo potuto in seguito iniziare a rialimentarlo per bocca; durante il ricovero al Gaslini ha ripreso 12 kg di peso e 12 cm in altezza! – tiene a sottolineare Paolo Gandullia, direttore dell’UOC Gastroenterologia del Gaslini -. Un percorso lento e difficoltoso, che alla fine ha prodotto il risultato sperato, con grande gioia e partecipazione di tutto il reparto, che si è affezionato moltissimo a Musa”.
Mentre procedevano sia la stabilizzazione clinica generale che la rialimentazione, è stato avviato anche l’intervento riabilitativo per favorire il recupero della coscienza, della deglutizione, del linguaggio e del movimento. Tutto il team multi professionale della Riabilitazione – fisiatra, fisioterapista, logopedista, psicologo, terapista occupazionale – è stato da subito impegnato con interventi coordinati. Il ragazzo ha raggiunto via via una condizione di coscienza minima fino ad arrivare ad un progressivo “risveglio”. Questo ha consentito di lavorare, malgrado la barriera linguistica e con l’aiuto dei familiari, al miglioramento delle sue possibilità di relazione con l’ambiente e al recupero del linguaggio.
Allo stesso tempo, procedeva il recupero dei movimenti e, gradualmente, il recupero della possibilità di controllare la posizione del capo e del tronco, così da iniziare a poter stare in posizione seduta, fino ad arrivare alla posizione in piedi e al cammino. Il recupero del movimento si è dimostrato molto problematico, soprattutto per l’arto superiore destro, che era deformato per la formazione di grosse calcificazioni che bloccavano le articolazioni, per questo motivo il ragazzo è stato sottoposto ad un delicato intervento di chirurgia ortopedica.
“Oggi pur con qualche problema di memoria, è in grado di comunicare in albanese con i familiari e anche un poco in italiano con gli operatori, di camminare con sicurezza e di alimentarsi in autonomia. Proseguirà il trattamento riabilitativo per migliorare l’orientamento, la memoria, e per recuperare, dopo l’intervento, una parziale funzionalità all’arto superiore destro. Il ragazzo nel frattempo ha ottenuto un permesso di soggiorno provvisorio, verrà dimesso oggi dal nostro Istituto e proseguirà il trattamento presso i servizi territoriali della provincia di Cuneo, dove è la residenza dei suoi parenti, con la prospettiva di poter riprendere, alla fine del percorso riabilitativo, una vita normale, sia pur con qualche piccolo adattamento”, conclude Paolo Moretti.
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