Genova – È tutta colpa di Miss Italia.
Ad un certo punto della perfida tenzone, che si occupa della valorizzazione dei canoni estetici in voga in quel preciso momento storico, ed esaurito il repertorio di banalità da dire necessario per vincere, a qualcuno è venuto in mente di esibire la fatidica frase: “Vorrei la pace nel mondo”, alternata a: “Vorrei eliminare la fame nel mondo”.
Insomma, salvare qualcosa o qualcuno così distante da noi da non riuscire neppure a immaginarlo è un modo per pulirsi la coscienza senza dover toccare le schifezze con mano.
Ma la signorina in questione voleva solo vincere una gara ed era pure in costume da bagno.
L’altra fregatura è arrivata dalla decisione, che di per sé aveva anche senso, di abbattere il muro di Berlino, ma le cui conseguenze per una gran parte di noi occidentali hanno rappresentato un disastro.
Prendete il lavoro di fotografo ad esempio.
Gli occidentali andavano a est e trovavano una concorrenza inadeguata, con grandi doti artistiche ma con fotocamere che erano più adatte ad appendere i quadri. Belle, robuste, fatte di ferro, ma con una tecnologia e una meccanica, appunto, da socialismo reale. Ci piaceva vincere facile. Non voglio addentrarmi a parlare dei danni fatti al mercato delle calze di nylon.
In definitiva l’abbattimento di sto’ benedetto muro ha cambiato le nostre vite, e anche le nostre tasche.
I cattivi non erano più cattivi e improvvisamente eravamo diventati tutti buoni. Non poteva funzionare.
Ma è anche colpa del Cavaliere. Con il G8 di Genova si è inventato le zone colorate.
Lì entri, lì non entri, fino a lì entrano alcuni, là entrano altri, lassù nessuno. Insomma la lotta di classe messa in geometria.
La politica si è prontamente adeguata ai tempi e la comunicazione pure.
Siamo passati dal comprare idee, che avevano comunque un qualcosa di collettivo e si basavano su concetti di aggregazione sociale, a comprare personaggi, che adeguano le loro parole in base al target di destinazione. E la scoperta, drammatica, è che funziona! Pochi concetti, superficiali e ben confezionati.
Ma tornando a volare bassi, il problema è che poi sui territori ci devi andare, le persone hanno domande specifiche e vogliono risposte e soluzioni vere a problemi veri. Se chi viene eletto si distrae e perde contatto con il gruppone, succede che le persone si aggregano e formano i comitati che poi diventano gruppi di pressione. Se a questo sommiamo una maggior consapevolezza generale, il gioco è fatto.
Il concetto “metto la fabbrica a Ponente e vado ad abitare a Levante”, ha smesso di funzionare.
E questi delle periferie sono pure incazzosetti, e pretendono, vogliono investimenti, vogliono l’aria pulita, vogliono fasce di rispetto e poi non hanno la seicento comprata a rate. Insomma è cambiato il mondo, e neanche in tanto tempo.
E non è una congiura nei confronti dell’attuale Sindaco Marco Bucci. Anzi, lui i voti li ha presi proprio perché è cambiata la mentalità dei territori che non si fanno più raccontare “quella dell’uva” ma sono tutti i giorni sul pezzo a controllare.
Stamattina era in calendario, in Sala Rossa, una commissione sulle procedure di demolizione di ponte Morandi, che avrebbe dovuto fornire un po’ di risposte ai cittadini presenti con i comitati, ai consiglieri di opposizione e anche ai giornalisti.
Il quadro che ne è uscito è mortificante.
La struttura commissariale è arroccata all’interno della zona rossa e la sensazione che si ha è di mistero fitto. Il cantiere è off limits, le immagini sono fornite dai comunicatori embedded, le interviste “a margine”.
La DIA però è entrata e gli effetti si sono visti.
Noi però una notizia l’abbiamo avuta: “È francamente difficile pubblicare i nomi delle aziende in subappalto”, e questo non fa altro che stimolare la nostra curiosità.
La giunta è stata fortemente criticata dall’opposizione per la sua assenza, mitigata in parte dalla presenza (tardiva) dell’Assessore Campora che si è immolato per la causa, seguito, molto più tardi, dal Vicesindaco Balleari di ritorno dalla riapertura di via Siffredi.
I comitati se ne sono andati. Il Sindaco-Commissario è andato in Ohio, forse a rinfrescare la lingua.
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Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.