Catanzaro – Il Tribunale amministrativo della Calabria ha accolto il ricorso del Comune di Riace, annullando così il provvedimento del Ministero dell’Interno che lo aveva escluso dai progetti SPRAR.
Il ricorso era stato inoltrato dal Vicesindaco, Giuseppe Gervasi, in risposta alla circolare di ottobre dove il Viminale stabiliva il trasferimento degli ospiti e intimava a Lucano una rendicontazione puntuale di tutte le spese.
Si legge nella sentenza del TAR: «Ritiene il Collegio che i riconosciuti ed innegabili meriti del “sistema Riace” abbiano giocato un ruolo decisivo nel ritenere superate (e non penalizzanti) le criticità rilevate nel precedente triennio, le quali però non avrebbero potuto essere recuperate a posteriori, per motivare la revoca, se non rinnovando per intero il procedimento».
Per i giudici i motivi del ricorso sono fondati «in quanto la decurtazione del punteggio è avvenuta senza il rispetto delle forme e condizioni stabilite in ordine alla previa diffida, e la conseguenziale revoca dei contributi è stata disposta sulla base di rilievi concernenti essenzialmente il progetto attuato nel triennio 2014/2016, in palese contraddizione con la circostanza che nel dicembre 2016, in presenza dei medesimi rilievi, lo stesso progetto era stato autorizzato dall’amministrazione alla prosecuzione».
Il tribunale amministrativo, però, ha rigettato alcuni punti del ricorso perché i ritardi nelle erogazioni si ritengono imputabili alle inesattezze nella rendicontazione da parte del Comune di Riace e non all’inadempienza del Ministero.
Alla luce della documentazione prodotta, il progetto si sarebbe dovuto eventualmente chiudere alla scadenza naturale e, al limite, non essere rinnovato viste le risorse tecniche inadeguate per gestire in modo puntuale le risorse. Riace resto
Insomma, la “questione Riace” riprende quota a pochi giorni dalle amministrative che vedranno Mimmo Lucano candidato come consigliere comunale.
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