Genova – Ha attraccato a Calata Bettolo, poco dopo le otto e trenta di questa mattina, la Cigala Fulgosi, la nave della Marina Militare italiana che giovedì sera ha soccorso un centinaio di migranti al largo della Libia.
Al momento sono in corso gli accertamenti sanitari, a bordo i medici della Marina Militare, della Croce Rossa e dell’Ospedale Galliera.
Sul molo anche Padre Giacomo Martino, responsabile dell’ufficio diocesano Migrantes, che si è detto disponibile ad accogliere donne e bambini nella comunità di Coronata: “Sono pronto ad abbracciarli tutti – ha detto scendendo dal pullman che lo ha portato al point di varco Albertazzi -, “cento persone è un numero che mi fa sorridere, Genova non se ne accorgerebbe neppure”.
A chi gli ricorda che il Sindaco Bucci ha dichiarato che la sua città non farà accoglienza risponde con un sorriso: “Questo è da vedere”.
Intanto dal pattugliatore arrivano le prime indiscrezioni: tra i migranti, originari di Camerun, Libia, Mali, Nigeria, Somalia e Costa D’Avorio, ci sarebbero sette casi di scabbia e una bambina ustionata dalla lunga esposizione sole. Il gommone sul quale viaggiavano i migranti, infatti, sarebbe stato in balia del mare almeno per 24 ore prima dell’intervento della Marina.
Confermato anche il numero delle persone salvate: sono cento compresi 23 minori e sette donne incinte tra cui una, al settimo mese di gravidanza, sarà ricoverata per accertamenti in un ospedale cittadino.
Mentre cominciano le operazioni di sbarco, con i primi minori che scendono dalla nave e si dirigono verso i tendoni della Croce Rossa, la mobile è salita a bordo per controllare che tra i migranti non si nascondano gli scafisti. A riguardo precisa il responsabile della squadra mobile genovese, Marco Calì, che “si tratta di un’attività prevista dal protocollo” ma che quasi certamente non ci saranno. “È consuetudine degli scafisti – conclude Calì – abbandonare i profughi sui gommoni dando loro qualche indicazione generica, come tenere la barra dritta e seguire il nord”.
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.