Assenze e presenze

Me ne ero quasi convinto. Che fosse lui il mitico Mark Caltagirone, belloccio brizzolato di ottimo tenore sociale – un buon partito, insomma – che aveva messo in trepidanti ambasce la povera Pamela Prati alla ricerca del principe azzurro da far diventare consorte con cui convolare a giuste nozze? Perché come lui, negli ultimi tempi, pur molto evocato, aveva brillato per nobile assenza. Noblesse oblige, si diceva una volta, celiando di fronte al richiamo del volgo incalzante. Che poi il sempiterno amletico dubbio “ Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto così, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate: “Michele vieni in là con noi dai…” e io: “andate, andate, vi raggiungo dopo…”. Vengo! Ci vediamo là. No, non mi va, non vengo, no. Ciao”, portato alla ribalta nel suo “Ecce Bombo” da quel mattacchione di Nanni Moretti, intellettuale con il Rolex al polso, funziona sempre. L’assenza, talmente inconcepibile che viene percepita come presenza. Insomma. Di lui si ricorda solo un epico intervento in Senato in data 13 febbraio, evidentemente giorno di rivelazioni, contro il dittatore venezuelano Nicolas Maduro Moro con tanto di post – “La violenza si combatte disconoscendo Maduro, che è un dittatore violento” e video del suo intervento a palazzo Madama. Poi più nulla. Eppure in Liguria, sua terra natale e di adozione politica, in molti negli ultimi tempi lo avevano ed hanno tirato per la giacca nella sua duplice veste di Senatore della Repubblica e di coordinatore regionale di Forza Italia. Eppero’, dopo tanta assenza e, probabilmente, in seguito al risultato modesto del suo partito alle ultime europee e alle ambizioni scissioniste del Governatore della Liguria Giovanni Toti lui, finalmente, si è palesato. Con una lettera, resa pubblica ieri sul suo profilo social.

Una lunga missiva, quella del senatore Biasotti, diretta al presidente Silvio Berlusconi volta a dare segno della sua esistenza e resistenza ai suoi adepti e a quelli del presidente Silvio Berlusconi, in cui paciosamente osserva e rende pubblico:  “Questa è la lettera che ho inviato al presidente Berlusconi auspicando un radicale cambiamento di Forza Italia.

Caro Presidente, anche io penso che F.I. abbia perso il suo ruolo propulsivo ed attrattivo, e allora mi permetto di invitarti non a fare un passo indietro o di lato ma a farlo in alto come merita la tua incredibile persona e storia.
Dovresti occuparti di politica europea e mondiale e lasciare ai tuoi dirigenti l’effettiva operatività politica.
Tu saresti sempre il presidente a vita ed il finanziatore secondo le leggi ed in più avendo le tv saresti sempre “ molto “ ascoltato. D’altronde è da anni che dici di non volerti occupare di scelte e decisioni del partito ed hai fin troppo delegato a terzi.
Dovresti nominare subito un comitato dandogli i poteri di scrivere le nuove regole per un democratica scelta del coordinatore politico di F.I. con primarie aperte a tutti da tenersi entro Ottobre c.a. E poi subito dopo primarie per tutti gli altri ruoli.
Io nominerei in questo comitato figure con cariche istituzionali, quindi Tajani, Bernini, Gelmini, Carfagna, Cesa, e Toti.
Toti certamente non ha da tempo aiutato il nostro partito e soprattutto in queste ultime elezioni europee, ma non è un traditore , ti vuole bene anche se è troppo critico ma è un valore aggiunto che non dobbiamo perdere e/o regalare ad altri.
Se rimaniamo fermi e non diamo una vera scossa rischiamo l’estinzione e quando sento Salvini e La Meloni che non vogliono più allearsi con te io sto male sapendo come tu invece li hai aiutati quando erano in difficoltà; loro non lo faranno più con te.
Pensa se Salvini aprisse e desse posti certi in parlamento ai nostri deputati del centro e del sud ( la Lega minimo quadruplicherà i seggi ) e se garantisse a Toti ( separato da noi) un po’ di posti al nord. Rimarremmo veramente in pochi.
Invece io credo che potremmo avere grandi spazi al centro politico ma solo con una rivoluzione e dopo vedrai che saranno i nostri ex soci a cercarci perché il centro destra sarà sempre vincente.
Io addirittura proporrei alle primarie anche un nuovo nome al nostro partito per dare proprio idea di un nuovo corso “ Altra Italia “ Partito Popolare Italiano” io al gruppo avevo proposto “ Partirò Moderato Italiano PMI “ che richiama la piccola e media impresa.
Rimango in attesa di un tuo riscontro con ancora più grande stima ed affetto”.

Comunque un bel passo avanti per un personaggio della politica locale, e non solo, che in vena di presenza/assenza, finalmente si è sentito in dovere di ammettere, magari con un pelino di ritardo, che in Forza Italia, tutto sommato almeno qualche problema di rappresentanza esista. E non al vertice apicale quello del Cavaliere, ma direttamente leggermente più in basso nel suo cerchio magico di nomina regale e nei meccanismi che individuano le rappresentanze nel partito. Problema, per farla breve, più volte sollecitato già nel periodo prelettorale dal Governatore ligure preoccupato dalla perdita di consensi di Forza Italia prima solo pronosticata da Giovanni Toti e poi regolarmente riscontrata a risultati elettorali acquisiti, a fronte della crescita degli altri due alleati del centro destra. Lega e Fratelli d’Italia.

Non poteva essere altrimenti, messo alle strette dall’appuntamento al teatro Brancaccio di Roma del 6 luglio del Governatore che ha financo scelto il nome del suo nuovo soggetto politico “Italia in crescita”, lasciando comunque aperta la questione sulla eventuale scissione da Forza Italia, con possibile appoggio esterno alla Lega di Matteo Salvini a cui il governatore ha sempre strizzato l’occhio. Problema  delicato e legato a possibili sviluppi politici nazionali, visto che qualche giorno, fa di fronte a Bruno Vespa, ospite nel salotto di “Porta a Porta”, il vicepremier e comandante della Lega ha pubblicamente smentito che da parte sua vi sia smania di regolare i conti con i CinqueStelle del Governo verdeoro indirizzandosi verso le elezioni anticipate. Anche se mai dire mai. Osserva in controtendenza PrimoCanale, da sempre vicino al governatore “Prepara il tuo movimento, è possibile che si voti a settembre” da una parte della cornetta il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, dall’altra il governatore della Liguria Giovanni Toti.

L’indizio è chiaro, il ministro dell’Interno si prepara a fare la mossa per chiudere l’esperienza di governo di quest’ultimo anno condivisa con il M5s. Tante le differenze tra le due realtà che animano l’esecutivo guidato sulla carta dal premier Conte. Una telefonata che risalirebbe a due settimane fa. Toti si era già messo in moto ed ora è pronto a battezzare la sua creatura, “L’Italia in crescita” che vedrà sabato 6 luglio al Teatro Brancaccio di Roma, l’assemblea costituente di questo nuovo movimento politico moderato all’interno del centrodestra. Quella stessa sera il governatore ligure e Salvini potrebbero incontrasi per definire accordi. Il successo durante le Europee e la debacle pentastellata ha probabilmente fatto togliere gli indugi di Salvini che ora è pronto a creare una coalizione di centrodestra capace di andare al voto e ottenere i consensi necessari a governare senza il peso, e le interferenze, di Di Maio e company”.

E Toti conferma di viaggiare a velocità sostenuta verso lo strappo ad “Un giorno da pecora” con un’intervista radiofonica riportata nel pomeriggio di giovedi’ da Huffpost: “Considero il presidente Berlusconi il più grande statista che abbiamo avuto nella Repubblica. Ma oggi secondo me deve rendersi conto che un’epoca è finita. Credo che il presidente Berlusconi debba cominciare a pensare come lascerà il suo partito, come tutti i grandi statisti in questo Paese”. Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a ‘Un giorno da pecora’ su Radio 1. “Quindi – ha detto Toti – c’è bisogno di costruire un percorso che dia legittimità alla nuova classe dirigente”.

Chi ci sarà dopo Berlusconi? “Ci sarà un signore, o una signora, che verrà scelto dagli elettori”, ha detto Toti. “Il rapporto umano con il presidente Berlusconi resta profondo – ha spiegato il governatore -. Ho lavorato per la sua azienda a lungo, un’azienda meritocratica dove, contrariamente a quanto succede a volte in Forza Italia, le cose funzionano molto meglio e in modo più lineare”.

Il presidente della Liguria ha proseguito: “In tutta franchezza penso che ilpresidente Berlusconi abbia un ruolo, uno status, uno standing diverso dal candidato alle primarie”. Secondo Toti “il presidente Berlusconi è il fondatore del centrodestra” e le primarie dovrebbero “eleggere il segretario politico, il coordinatore nazionale, le direzioni nazionali, regionali fino ai coordinatori civici”.

Se ci fossero le primarie per scegliere il nuovo segretario nazionale di Forza Italia si candiderebbe? “Sì, certo”, ha risposto Toti. ”È bello lanciare una candidatura a ‘Un giorno da pecora’ – ha ironizzato Toti -. Suona farsesco. Ma certo che mi candiderò, con le mie idee: se uno vince vince, se perde perde. Non so neanche se sarebbe bello lasciare il nome a Forza Italia – ha proseguito -. Il primo a voler cambiare il nome in ‘Altra Italia’ è stato Berlusconi, una certa stanchezza l’ha avvertita anche lui”.

A stretto giro arriva la replica di Berlusconi, che ai cronisti davanti a Palazzo Grazioli a Roma ha detto: “L’ho nominato io… E chiede la democrazia un nominatissimo?”.

 Comunque, anche se la situazione di ora in ora va rapidamente cambiando, e in peggio, la lettera al presidente Berlusconi, quella di Biasotti, non sembrerebbe aver stimolato molti consensi, anzi ha raccolto parecchi commenti negativi. Due per tutti. Francesco Schiaffino: “Toti si è rivelato un buon amministratore ed ha grande spessore politico unitamente ad una certa dosi di esperto navigante nel Mare sempre pericoloso della politica. Troppi dirigenti in questi anni hanno beneficiato senza meritarlo del volano del Capo. Senza carisma e senza idee. A questo va aggiunto la scelta non sempre felice dei dirigenti locali. E qui mi fermo..”.

Oppure Giuseppe Costa, ex consigliere comunale prima della Dc e poi di Forza Italia, esponente di Forza Italia seniores Liguria: “Caro Biasotti, condivido la parte in cui chiedi, fermo restando il ruolo di Padre nobile per il Presidente Silvio Berlusconi, una “ricostituente” di FORZA ITALIA in occasione dell’annunciato Congresso, ma individuerei come Gruppo di lavoro che dovrà prepararlo Personalità che hanno dato capacità in passato e nuovi, che non dovranno, TUTTI, avere aspettative personali nel rinnovato partito/movimento. In caso contrario avremo con quelli, che hanno avuto responsabilità nei territori, scelte condizionate dalle ambizioni personali così come hanno fatto sinora. Per quanto riguarda coloro che sono pronti a fare altre scelte, mi dispiace, ma le facciano pure lasceranno spazio a giovani volenterosi”.
E in pratica pur nel criptico linguaggio del politichese difende Toti, senza se e senza ma, e chi al contrario vorrebbe lasciarlo andare per la propria strada senza – come suggerisce Biasotti con uno stratagemma da politico di lungo corso, quale ormai e’ – costringerlo nell’angustia di un comitato (Tajani, Bernini, Gelmini, Carfagna, Cesa, e Toti) che probabilmente, per maggior sicurezza, tenterebbe di inglobare anche la parte critica con l’onore e l’onere di sostituire l’odierno cerchio magico che attualmente rende quell’immagine del padre padrone, fondatore di Forza Italia tanto vicina all’imperatore Eliogabalo.

Paolo Binazzi Tiberi, un tifoso della prima ora di Berlusconi e poi di Toti e’ addirittura tranchante e “strepitante” nei confronti del coordinatore: “PREMESSO CHE QUESTA LETTERA L’AVEVO GIÀ IN MANO DIECI MINUTI DOPO CHE L’AVEVI SCRITTA…

IO INVECE TI FACCIO UNA DOMANDA: Sandro, MA DOVE CAZZO SEI STATO FINO AD OGGI? SI HAI RAGIONE, SONO CONSIGLI CHE NESSUNO TI HA CHIESTO E NESSUNO ASCOLTERÁ… SEI STATO UN FANTASMA FINO AD OGGI, CONTINUA AD INTERPRETARE LA TUA PARTE, SEI BRAVISSIMO!!!

Giovanni Toti SONO DUE ANNI CHE LO DICE E OGGI VI INVENTATE L’ACQUA CALDA PER CERCARE DI SALVARVI IL CULO… BASTA CON LA PAROLA “NOMINARE” VOGLIO SENTIRE LA VOCE DELLA GENTE CHE DICE DA CHI VUOLE ESSERE RAPPRESENTATA, AVETE ROVINATO FORZA ITALIA CHE È DIVENTATA UN COMITATO DI AFFARI FRA NOMINATI E LA GENTE L’AVETE IGNORATA E VI HA FRUSTATO A SANGUE PORTANDOVI VIA 10 MILIONI DI VOTI E ORA CHE STIAMO MORENDO CERCATE DI SUCCHIARE ANCHE LE ULTIME GOCCE DI SANGUE OFFRENDO SOLUZIONI?

GIOVANNI ED ALTRI HANNO TRACCIATO UN SOLCO NEL QUALE TUTTI ORA VORRESTE SEMINARE MA SE FOSSE PER ME VI MANDEREI TUTTI A CASA… E POI VA BENE ANDIAMO AI CONGRESSI MA UNO VALE UNO SENZA RACCOMANDAZIONI O CALCI NEL CULO MA SOPRATTUTTO BASTA YES MAN E WOMAN!!!

STAI SERENO!!!”

Più raziocinante Anna Pettene che comunque coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino rimasto nelle scarpe dalle ultime amministrative in cui avrebbe dovuto entrare in lista con il centrodestra e in appoggio al sindaco Marco Bucci, sfilandosi all’ultimo momento. Da notare, comunque, che il nome del coordinatore non viene mai fatto, come se la Pettene non gli riconoscesse alcuna autorevolezza. Ed anzi gli passa sopra la testa dicendosi disponibile ad un confronto diretto proprio con Berlusconi. Insomma Biasotti diventa l’uomo invisibile, altro che Toti. Dice comunque la Pettene che si barcamena tra le attività di scrittrice, di presidente regionale dell’osservatorio nazionale Bullismo e doping, di mamma e di consorte di Edoardo Garrone: “Leggo di lettere inviate dal coordinamento regionale ligure di Forza Italia al Presidente Silvio Berlusconi con consigli per il futuro del partito oggi tramortito da percentuali di risicata sopravvivenza.

Prima di dare consigli e avanzare prospettive per l’avvenire occorrerebbe una sincera e seria presa di responsabilità da parte di chi ha contribuito a creare questo stato di cose a livello territoriale.

Quello che ho sperimentato fino a prendere le distanze da questo modo di fare politica  è esattamente la stessa esperienza di tantissimi, troppi, che assistono inermi a questa fine annunciata, ma mai presa seriamente, di un polo veramente moderato senza il quale il Paese è stritolato da due estremi ora incollati.

Sono sempre pronta a un confronto diretto e leale con il Presidente Berlusconi al quale da tempo sarebbe stato utile un contatto diretto con il mondo reale che vorrebbe potere dire la sua se non gli fosse precluso da filtri, barriere e centralini”.

Insomma pare che la Pettene, come Pamela Prati, alla fine abbia scoperto che il nostro Mark Caltagirone, almeno sul piano politico, referente o anche no, proprio non esista e si autopromuove per un colloquio nientepopodimeno che con il leader maximo, il telecavaliere, che nonostante l’età  – ben 83 primavere e non sentirle – ha pur sempre dimostrato di essere particolarmente lusingato dalla bellezza femminile.

Mentre all’orizzonte e in vista del 6 luglio, data dell’assemblea a del Brancaccio a Roma, Toti sta meditando sull’opportunità di lasciare Forza Italia, contando i suoi eventuali colonnelli, dopo aver incassato il “no grazie”  di Alberto Cirio, neo collega della Regione Piemonte. Il diniego è in un’agenzia ANSA con tanto di foto in cui Cirio risponde alle avance di Toti nei suoi confronti “ Forza Italia va rilanciata, non sciolta. Il neo governatore del Piemonte : <<Sono d’accordo con Giovanni  Toti, ci vuole rinnovamento nel partito però il cav. resta il leader. Il movimento del presidente ligure? Alla sua costituente non sono stato nemmeno invitato>>”.
Presente/assente anche il sindaco Marco Bucci, fedelissimo di Giovanni Toti e arancione di ferro. Dalla tolda della sua barca a vela in vacanza e skipper appassionato, come un Massimo D’Alema qualunque, ha assicurato che interverrà con un videomessaggio. Per acque agitate, un paese che rischia di affondare e tempeste in arrivo occorrono ottimi nocchieri.

Comunque assonanze e dissonanze, in vista del 6 luglio. Per la cronaca data di nascita di George W. Bush e dell’attore Silvester Stallone, alias Rocky, 73 anni fa. E del trapasso di Tommaso Moro (1535) scrittore e filosofo inglese autore de “L’Utopia”.

Santo del giorno Santa Maria Goretti, vergine e martire. Vittima di omicidio a seguito di un tentativo di stupro da parte di un vicino di casa, mori’ il 6 luglio del 1902 a Nettuno appena ventiduenne e fu canonizzata nel 1950 da papa Pio XII.

Corsi e ricorsi della storia.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.