Porto di Gioia Tauro: fiumi di cocaina dal Sud America, 5 arresti nel clan Bellocco

Reggio Calabria – Importante operazione antidroga dei Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza – con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri – ha portato all’arresto dei sodali di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina operante sotto l’egida della cosca di ‘ndrangheta “Bellocco” di Rosarno.

GLI ARRESTATI
Il provvedimento giudiziario emesso ieri dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, dispone l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di OLIVERI Umberto Emanuele cl. ’87, PEPÈ Domenico cl. ’55, GALANTI Alessandro cl.’81, PONZIANI Antonio cl. ’85 e LAROSA Alessandro cl.’78.
Gli arrestati sono ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti (cui agli artt. 73 e 74 D.P.R. 309/90), per essersi associati tra loro in un gruppo criminale articolato su più livelli, comprensivo di squadre di operatori portuali infedeli, allo scopo di commettere più delitti, concretizzatisi nel reperire ed acquistare all’estero, importare, trasportare in Italia attraverso navi in arrivo al porto di Gioia Tauro ed in altri porti nazionali, nonché commercializzare ingenti quantitativi di stupefacente del tipococaina, con l’aggravante della transnazionalità (ex art. 4 L. 146/2006) e dell’aver commesso i fatti al fine di agevolare (ex art. 7 L. 203/91, ora art. 416 bis 1 c.p.) l’attività della cosca di ‘ndrangheta “Bellocco” operante in Rosarno, zone limitrofe, altre zone d’Italia e all’estero.

L’OPERAZIONE “BALBOA”
L’operazione di polizia, convenzionalmente denominata “Balboa”, rappresental’epilogo di una complessa attività investigativa svolta dalla Sezione G.O.A. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria, che ha permesso diaccertare l’esistenza di un gruppo criminale capeggiato da OLIVERI Umberto Emanuele, “dominus” alla continua ricerca di cocaina da far giungere nel porto di Gioia Tauro dal Sud America e dal Nord Europa (Belgio, Brasile, Argentina, Ecuador e Perù) e legato da stretto vincolo parentale a BELLOCCO Umberto cl. ‘37, entrambi ritenuti partecipi – Bellocco con un ruolo di vertice – dell’omonima cosca.

Nel dettaglio, secondo i ruoli accertati nel corso delle articolate investigazioni, oltre al già citato OLIVERI, emergevano le figure di GALANTI Alessandro, vero e propriobroker internazionale in contatto con i narcos produttori esteri della sostanza stupefacente, di LAROSA Alessandro e PONZIANI Antonio, impegnati a coadiuvarel’OLIVERI e il GALANTI nell’organizzazione delle illecite forniture, nonché di PEPE’ Domenico, uomo di fiducia, che si occupava anch’egli dell’acquisto e dell’importazione della droga.

PORTUALI INCARICATI DI ESFILTRARE LA COCAINA
Giunta al porto di Gioia Tauro la cocaina, occultata con modalità cd. “rip on” all’interno dei container in borsoni pronti ad essere prelevati, veniva fatta uscire da operatori portuali incaricati dall’OLIVERI di recuperarla.
Al riguardo, nell’ambito dello stesso procedimento penale, sono stati complessivamente sottoposti a sequestro 527 panetti di cocaina purissima, per un peso complessivo di 598,520 kg, nonché sono state ricostruite plurime ulteriori importazioni di stupefacente per complessivi 312 Kg di cocaina.

I soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi hanno inoltre dimostrato di poter contare su una fitta rete di contatti, talmente ramificata, da essere in grado di recuperare lo stupefacente non solo dal porto di Gioia Tauro, ma anche da altri porti, sia nazionali che esteri, avvalendosi della forza intimidatrice esercitata dalla stessa “cosca” di appartenenza.

L’IMPORTANZA STRATEGICA DEL PORTO DI GIOIA TAURO
L’operazione “Balboa” ha ribadito l’importanza strategica assunta nel tempo per le consorterie criminali di stampo mafioso dal porto di Gioia Tauro, vero e proprio snodo commerciale per l’importazione di ingenti quantitativi di narcotico provenienti dal SudAmerica e dal resto d’Europa.

Importanza confermata sia dai recenti numerosi sequestri di cocaina purissima per centinaia e centinaia di chili operati dai militari della Guardia di Finanza di Reggio Calabria all’interno della suddetta area portuale, dopo che nel 2018 si era assistito ad un calo vertiginoso degli stessi, sia dalle evidenze giudiziarie, in parte già cristallizzate in sentenze di condanna, emerse con le operazioni condotte sempre dalla Sezione GOA della Guardia di Finanza reggina:
nel luglio 2014 quando, nell’ambito dell’operazione “Puerto Liberado”, furono eseguite 18 misure cautelari in carcere, cui sono seguite numerose condanne confermate in grado di appello con sentenza del 2017;
nel luglio 2016, nell’ambito dell’operazione “Vulcano”, quando furono eseguiti 15 provvedimenti cautelari personali disarticolando un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina per conto delle potenti cosche di ‘ndrangheta Molè, Piromalli, Alvaro, Crea e Pesce. Anche in questa occasione tutti i 22 imputati che hanno scelto il rito abbreviato sono stati condannati dal G.U.P. del locale Tribunale.

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