Genova – La struttura commissariale ha pubblicato sul sito dedicato al cantiere del viadotto Polcevera la documentazione tecnica del progetto di demolizione con esplosivo delle pile 10 e 11 del lato Levante di quel che resta di ponte Morandi, e le relative opere di mitigazione delle polveri.
Nel dettaglio, le opere di mitigazione faranno ricorso a sistemi fissi come le barriere di reti, e all’utilizzo di colonne d’acqua per nebulizzare l’intero perimetro.
In un’opera di demolizione come questa, la produzione delle polveri avviene in tre fasi: la polvere primaria quando si procede a minare, secondaria quando il manufatto inizia a sgretolarsi, e infine terziaria, cioè quella che si risolleva da terra.
Per contenere le polveri delle fasi due e tre, sono previste trincee a terra caricate d’acqua che andranno a formare un muro liquido. In più, per abbattere la polvere trattenuta dalle reti, saranno installati 12 irrigatori a pioggia.
Ad abbattere le polveri della fase uno, invece, ci penseranno le vasche d’acqua ricavate dai new jersey e posizionate sugli impalcati, che verranno minate e fatte esplodere insieme alle pile e avranno una ricaduta di circa 22 metri. In questo caso verranno in aiuto anche le vesciche d’acqua posizionate accanto ai fori che contengono le cariche esplosive. Parliamo di circa 4.000 sacchetti da 25 kg.
Per assorbire l’urto e le vibrazioni, saranno posizionati a terra dei cuscinetti smorzanti con sotto uno strato di 30-40 cm di materiale inerte e uno di separazione, costituito da teli in tessuto non tessuto, che avranno il compito di trattenere le acque di caduta.
Lo stesso tessuto non tessuto sarà steso anche sui detriti per contenere le polveri.
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Documenti scaricabili:
Piano di monitoraggio ambientale demolizione con esplosivo
Punti di monitoraggio
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.