Statisticamente statisti

Poche ore al d-day fra post, timori provocati da un’esplosione di cui si dice di conoscere tutti gli effetti. Intanto martedi’, il giorno dopo la processione di San Giovanni, il protettore della nostra città, si è proceduto alla presenza del ministro alle infrastrutture Danilo Toninelli, alla colata di cemento, una sorta di prima pietra, del pilone 9 da cui prenderà il via la ricostruzione del nuovo ponte. Esercizio  a suo modo dal significato scaramantico, visto che lo stesso ministro ha dichiarato: “Così ci lasciamo alle spalle l’incuria con cui è stata gestita un’infrastruttura dello Stato”.

Forse poteva bastare. Eppero’, cavalcando il gusto personale per l’effetto iperbole, il consigliere comunale con delega al porto Francesco Maresca si è sentito talmente coinvolto da questa gettata di cemento, o prima pietra, che dir si voglia, da annotare e tramandare ai posteri sul sito del suo gruppo “Liguria si muove” un post dal vago sapore encomiastico. In modo che la data del 25 luglio del 2019 in qualche modo venga tramandata alla storia. Scrive Maresca: “Oggi questa prima gettata di cemento del nuovo ponte, è per Genova, come è stato per l’umanità il primo passo dell’uomo sulla luna. Andiamo avanti!”.

Dunque Danilo Toninelli, e, insieme a lui il sindaco Marco Bucci e il Governatore Giovanni Toti, né più né meno di Buzz Aldrin, l’astronauta dell’Apollo 11 che il 21 luglio del 1969 calpesto’ per primo la superficie lunare. E a quell’epoca il Morandi era stato inaugurato da meno di due anni.

Mi sono chiesto, senza trovare risposta adeguata, il perché di tale similitudine con Neil Armstrong che poco dopo  esclamava: “Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”.
Frase su cui , negli anni a venire, si è persino accesa una disputa. “Parole passate alla storia: ma non furono esattamente queste. Ecco come si è svolta la vicenda, nel racconto del giornalista Joel Shurkin che era con i colleghi nella sala stampa del centro spaziale di Houston, in Texas.

Per seguire lo sbarco c’erano un televisore e un sistema audio, ma ben diversi da quelli super-tecnologici di oggi. Quando Armstrong  pronunciò la famosa frase (che in inglese è «That’s one small step for a man, but one giant leap for mankind»), la trasmissione era disturbata e non si sentì distintamente la “a” (“un” in italiano) prima di “man” (uomo).
Il significato sarebbe stato dunque: «Un piccolo passo per l’uomo, ma un balzo gigantesco per l’umanità». Ai giornalisti sembrava che la frase suonasse meglio se ci fosse stata la “a”, diventando così: «Un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l’umanità»

I giornalisti si riunirono per decidere quale frase pubblicare, perché fosse la stessa su ogni giornale. Alla fine, si scelse la versione senza la “a”, per essere il più fedeli possibile a quanto sentito. Ma negli anni a venire, magazine, film e persino enciclopedie hanno invece aggiunto la “a” mancante”.

Sia come sia, dunque la prima pietra secondo Maresca sarebbe “Un piccolo passo per l’uomo, ma un balzo gigantesco per l’umanità”, ove per l’umanità il consigliere delegato al porto intenderebbe noi genovesi.

Troppo, forse sì ma forse anche no, visto che Maresca qualche tempo prima aveva annotato sempre sul profilo del gruppo: “I più vergognosi sono quelli che vogliono bloccare la costruzione del ponte dei genovesi per abbattere Bucci politicamente. Contro questi idioti non arretriamo di un centimetro”.
Quindi Bucci, Toninelli e soci come Aldrin e Armstrong. E, niente, mal gliene incolga a tutti quelli che vogliono bloccare il sindaco e il gigantesco passo dell’umanità – leggi i genovesi – in un periodo in cui nella comunicazione politica attraverso i social tutto è ammesso anche l’uso iperbolico di fatti che probabilmente nulla hanno a che vedere con la costruzione di un ponte per sottolineare  nella percezione comune i meriti del nostro commissario/sindaco.

Già l’uso dell’iperbole per gesti, fatti ed omissioni, tanto cari ai nostri politici. Dallo sbandieramento di rosari, al brandire il crocifisso dal palco, dall’indossare  le divise di qualche corpo dello Stato all’ammonire che “prima gli italiani”, quasi a suggerire alla percezione comune che si è qui sulla terra per un disegno in qualche modo divino.
E così politici comuni che nel bel tempo andato si sarebbero trovati relegati in terza o quarta fascia assumono i connotati dello statista.
Che dire del selfie di Salvini ai funerali delle vittime di ponte Morandi o del gesto di Toninelli che nella visita agli sfollati ha imposto le mani sul capo di un bimbo di qualche mese,  per poi ritrovarsi a rassicurare la folla con la frase “Controlli attenti e scrupolosi, ve lo prometto come padre” che sembra tratta pari pari dalla lettura domenicale del Vangelo in chiesa? Come se sul ministro miracolosamente fosse trasceso lo spirito di un qualunque predicatore.

Comunque, a seconda delle “proiezioni” nulla di tutto questo. Spiega Andrea Guglieri difendendo il ministro secondo lui quasi in odore di santità: “La differenza politica e morale tra Toninelli e i comprimari che a volte semplicemente ruotano attorno a ponte Morandi, sta nel coraggio: il 14 agosto il ministro ha denunciato “il fallimento dei privati – parole di oggi a Genova – nella gestione della cosa pubblica. Troppi invece, a partir dalla sciagura, si sono improvvisati difensori dei Benetton. Con questi chiari di luna e visti i “talenti” che girano anche a Genova, ciò basterebbe a definire Toninelli uno statista.
Difficile dire se si riuscirà a stroncare l’odioso privilegio europeista per cui i grandi privati lucrano alle spalle dello Stato, con tanto di contratti capestro. Ma dopo quasi 30 anni di follia quella di Toninelli con alcuni dei suoi, è la prima voce contraria  al governo.
Non c’è altro motivo per cui sia tanto bersagliato dai media, intralciato dagli alleati. La sua competenza o le sua gaffes non sono assolutamente peggio di quanto offrano gli altri politici.

A margine, la foto che oggi ha dato la stura all’ennesimo fogna social. Una signora all’incontro con gli “sfollati” delle zona arancione, ha ritenuto di parteciapare con il figlio piccolissimo e di farsi incontro al ministro. Il semplice è ovvio gesto di una carezza ha ridestato le fantasie frustrate di “quelli della proiezione”.

Alla fine Toninelli aiuta anche loro, altrimenti chissà dove si sfogherebbero? Già quelli della proiezione che chissà dove si sfogherebbero dove Guglieri attinge ad un’immagine psicanalitica “Innanzitutto che cos’è esattamente la proiezione? Si tratta di quel meccanismo di difesa attraverso cui il soggetto espelle da sé e localizza nell’altro (persona o cosa), sentimenti, desideri o qualità che sono suoi ma che egli non riconosce o rifiuta in sé. In un’accezione prettamente psicanalitica questo meccanismo di difesa serve a fare economia mentale, dal momento in cui ci libera di sensazioni, emozioni, sentimenti, caratteristiche che sono percepiti come sgradevoli e non si vuole tenere per sé. In realtà questo meccanismo può anche avere un’accezione di positiva apertura all’altro, tramite il riconoscimento nell’altro di nostre caratteristiche e può quindi portare al miglioramento relazionale. Tuttavia quando un individuo usa la proiezione come meccanismo di difesa in misura eccessiva nell’età adulta, la sua percezione della realtà esterna risulterà gravemente distorta, cioè la capacità del suo io di esaminare la realtà verrà notevolmente indebolita”.

Insomma tutto è legato alla percezione e al rifiuto di sensazioni, emozioni, sentimenti, caratteristiche individuate come sgradevoli.
Perciò il povero e vituperato Toninelli, che Crozza ha ribattezzato come Tontinelli, quello delle gag di Bizzarri e Kessisoglu, riesce persino ad assumere le caratteristiche di un riconosciuto statista. Con le sue gaffe, talvolta epiche per un ministro delle infrastrutture, che parla di tunnel inesistenti. Tanto, parole di Guglieri: “Non c’è altro motivo per cui sia tanto bersagliato dai media, intralciato dagli alleati. La sua competenza o le sua gaffes non sono assolutamente peggio di quanto offrano gli altri politici”. Il problema è purtroppo sempre il solito, il complotto nei confronti di chi avrebbe avuto il torto di cercare di “stroncare l’odioso privilegio europeista per cui i grandi privati lucrano alle spalle dello Stato, con tanto di contratti capestro. Ma dopo quasi 30 anni di follia quella di Toninelli con alcuni dei suoi, è la prima voce contraria  al governo”. E poco importa se Toninelli ed i suoi, traballanti e magari talvolta in minoranza di quel Governo verdeoro fanno parte a tutti gli effetti”. Lui al contrario ha quasi le caratteristiche divine di chi si sottopone al martirio, con quell’imposizione delle mani e il richiamo alle caratteristiche del buon padre. Comunque statista o no, piove governo (verdeoro) ladro. Anche se è prevista un’ondata anomala di caldo. E venerdì con tanto di torrenziali getti d’acqua – in qualche modo pioverà davvero- ci apprestiamo a calpestare nuovamente la superficie lunare. Per quell’abbattimento di ventimila metri cubi di cemento. Un altro piccolo passo per un uomo, ma un passo gigantesco per l’umanità dei genovesi. Che in nome del progresso dovranno acquietarsi e attrezzarsi, dotandosi della restante pazienza per superare ingorghi o ingorgoni e per respirare un po’ di polveri. Inquinate e pericolose, o forse no. Poi dopo tante chiacchiere si potrà iniziare a ricostruire veramente.

Giona

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