Kabul – Aumenta il numero dei bambini vittime del conflitto che sta martoriando il paese da 18 anni.
È accaduto ieri, mentre a Doha sono in corso i colloqui di pace tra USA e forze anti-governative, che 50 scolari siano stati colpiti dall’esplosione di un’autobomba mentre andavano a scuola nel quartiere PD16 della capitale afgana, il cosiddetto “police district 16” dove si concentrano edifici governativi, militari e per l’appunto scuole.
“Ancora una volta sono i bambini che pagano sulla loro pelle il prezzo più alto di due decenni di conflitto nel Paese – ha dichiarato Onno van Manen, direttore di Save the Children in Afghanistan -. È semplicemente inaccettabile che durante un normale giorno di scuola debbano essere sottoposti a sofferenze simili e questo non è altro che l’ennesimo esempio di una guerra che colpisce i bambini, una realtà che non riguarda solo l’Afghanistan ma anche tante altre aree in conflitto al mondo, dove vivono circa 420 milioni di minori”.
I BAMBINI VITTIME DELLA “LUNGA GUERRA”
L’Afghanistan, sottolinea Save the Children, è uno dei Paesi al mondo più pericolosi per i minori, dove 8 bambini su 10 che perdono la vita per cause legate al conflitto vengono uccisi dalle armi esplosive. Esplosioni in seguito alle quali i bambini subiscono lesioni ancora più gravi a causa di una corporatura più minuta rispetto agli adulti, in particolare alla testa e al torace, che possono provocarne la morte o gravi disabilità che ne compromettono il loro futuro. I bambini esposti all’uso di armi esplosive, inoltre, spesso continuano a presentare sintomi di ansia e depressione, che rischiano di accompagnarli anche per molti anni.
“È fondamentale che in Afghanistan tutte le parti coinvolte nel conflitto rispettino il diritto internazionale e facciano di tutto per assicurare la protezione dei minori, a partire dalle scuole e dalle aree ad esse limitrofe, che devono rimanere luoghi sicuri per i bambini, liberi dalle violenze e dai combattimenti”, ha concluso van Manen.
Secondo i dati del rapporto UNAMA – United Nations Assistance Mission in Afghanistan -, nel primo trimestre del 2019 sarebbero 1.773 le vittime civili della “Lunga guerra”, 581 morti e 1.192 feriti.
Di queste, 582 sono bambini.
st
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.