Finalmente ci siamo, all’appuntamento con la storia. Sei luglio, ore 14,30 teatro Brancaccio di Roma, 1600 posti a sedere e qualche centinaio in piedi. Pullman, torpedoni, famigliole in auto dirette verso la capitale, provenienti anche dalle località della riviera in un caldo sabato di luglio.
Diretta su facebook di tutto l’incontro e persino un collegamento via etere con il sindaco Marco Bucci che, dalla plancia della su barca a vela ha promesso di intervenire. Magari solo per indicare la rotta.
Con tanto di messaggio pomeridiano sul suo profilo facebook , ieri del grande stratega ligure/versiliano Giovanni Toti che ancora una volta ha promesso di non voler strappare, ha schiacciato l’occhio alla Lega di Salvini, ha cercato di mettere in un angolo il padre padrone di Forza Italia Silvio Berlusconi, ha parlato di meritocrazia. Segnale evidente che alla corte di Re Silvio e all’interno del suo cerchio magico incarichi e poltrone non vengono assegnati per capacità, ma forse per simpatia o opportunismo. Il Governatore nel suo messaggio di 8 minuti ha riparlato di un grande centrodestra liberale che unisca invece di dividere, che costruisca invece di odiare, che convinca invece di deludere e che riacquisti le percentuali di voto di una volta. La parola primarie che tanto disturba il presidente ottantatreenne, provocandogli nevrosi ed attacchi di gastrite non è stata nemmeno pronunciata. Magari ci sara’ spazio domani nel corso del dibattito.
Anche perché Giovanni Toti ha badato bene a lasciarsi aperto qualunque spazio, anche se per “Italia in Crescita”, il nuovo soggetto politico di Giovanni Toti, il futuro pare ormai segnato. Resta da vedere a questo punto chi resterà con il cerino in mano dello strappo, in modo da poter incolpare il dirimpettaio. Insomma assonanze e dissonanze, in vista di oggi, 6 luglio. Per la cronaca, giovi ricordarlo, data di nascita di George W. Bush e dell’attore Silvester Stallone, alias Rocky, 73 anni fa. E del trapasso di Tommaso Moro (1535) scrittore e filosofo inglese autore de “L’Utopia”. Santo del giorno Santa Maria Goretti, vergine e martire. Vittima di omicidio a seguito di un tentativo di stupro da parte di un vicino di casa, mori’ il 6 luglio del 1902 a Nettuno appena ventiduenne e fu canonizzata nel 1950 da papa Pio XII. Corsi e ricorsi della storia.
A completare un quadro non completamente positivo dal punto di vista delle ricorrenze per il nostro ardito Governatore Giovanni Toti, il fatto che proprio domani in tutta la Liguria sia giorno di svendite, con inizio dei saldi estivi.
Come dire che il Nostro dopo tanti proclami e attente avanzate e retromarce, dopo stoccate e difese, dopo strappi, strappetti e arzigogolati rammendi e rattoppi, abbia atteso il giorno delle liquidazioni per mettere al vaglio il suo progetto. E a repentaglio la sua bella carriera prima da giornalista e poi da politico. Raggiungendo, probabilmente il minimo risultato indispensabile. Fra i commenti sul profilo del Governatore c’è chi favoleggia del possibile raggiungimento del 4 per cento in vista di probabili future elezioni politiche, che comunque con l’erosione di Forza Italia sarebbe un risultato nemmeno troppo sorprendente ma non consentirebbe ne’ a Toti ne’ a Berlusconi di provare ad intaccare minimamente la leadership della Lega nel centrodestra. Di più, Berlusconi che avrà anche 83 anni, ma che conosce bene l’arte politica e dello sgambetto, alla fine costringendo Toti all’alleanza con la Carfagna non ha fatto che creargli qualche problema in più, dal momento che la pasionaria contestatrice non raccoglie molti consensi nel gruppo dei supporter del governatore. Tanto che hanno vissuto questa nuova alleanza come un tradimento.
E dopo averli messi sullo stesso fragile battello, il presidente ottuagenario si è peritato di sottrarre il giocattolo dorato che si era detto disposto ad offrire: le primarie. Nel frattempo ha iniziato a far percepire nell’aria l’arrivo di qualche purga.
Per esempio ad una più attenta lettura oggi appare come la classica vittoria di Pirro, se non addirittura un cavallo di Troia, la lettera di qualche settimana fa del coordinatore Sandro Biasotti a Berlusconi a suggellare una inattesa alleanza con Toti, in cui il senatore di Forza Italia diceva: “Caro Presidente,
Anche io penso che F.I. abbia perso il suo ruolo propulsivo ed attrattivo, e allora mi permetto di invitarti non a fare un passo indietro o di lato ma a farlo in alto come merita la tua incredibile persona e storia.
Dovresti occuparti di politica europea e mondiale e lasciare ai tuoi dirigenti l’effettiva operatività politica.
Tu saresti sempre il presidente a vita ed il finanziatore secondo le leggi ed in più avendo le tv saresti sempre “ molto “ ascoltato. D’altronde è da anni che dici di non volerti occupare di scelte e decisioni del partito ed hai fin troppo delegato a terzi.
Dovresti nominare subito un comitato dandogli i poteri di scrivere le nuove regole per un democratica scelta del coordinatore politico di F.I. con primarie aperte a tutti da tenersi entro Ottobre c.a. E poi subito dopo primarie per tutti gli altri ruoli.
Io nominerei in questo comitato figure con cariche istituzionali, quindi Tajani, Bernini, Gelmini, Carfagna, Cesa, e Toti.
Toti certamente non ha da tempo aiutato il nostro partito e soprattutto in queste ultime elezioni europee, ma non è un traditore , ti vuole bene anche se è troppo critico ma è un valore aggiunto che non dobbiamo perdere e/o regalare ad altri.
Se rimaniamo fermi e non diamo una vera scossa rischiamo l’estinzione e quando sento Salvini e La Meloni che non vogliono più allearsi con te io sto male sapendo come tu invece li hai aiutati quando erano in difficoltà; loro non lo faranno più con te.
Pensa se Salvini aprisse e desse posti certi in parlamento ai nostri deputati del centro e del sud ( la Lega minimo quadruplicherà i seggi ) e se garantisse a Toti ( separato da noi) un po’ di posti al nord. Rimarremmo veramente in pochi.
Invece io credo che potremmo avere grandi spazi al centro politico ma solo con una rivoluzione e dopo vedrai che saranno i nostri ex soci a cercarci perché il centro destra sarà sempre vincente.
Io addirittura proporrei alle primarie anche un nuovo nome al nostro partito per dare proprio idea di un nuovo corso “ Altra Italia “ Partito Popolare Italiano” io al gruppo avevo proposto “ Partirò Moderato Italiano PMI “ che richiama la piccola e media impresa.
Rimango in attesa di un tuo riscontro con ancora più grande stima ed affetto”. Un affetto e una stima evidentemente non ricambiati.
Davvero troppo per non ferire l’egocentrismo di un leader come Berlusconi abituato a scegliere direttamente chi ha meriti e chi non li ha nel suo partito. Insomma, comprendendo che alla fine Biasotti e Toti sarebbero stati alleati il cavalier ha dato loro l’impressione di cedere su tutta la linea, con una serie di concessioni che gradatamente si è rimangiato. Poi ha scatenato il fuoco amico contro i reprobi di alcuni suoi giovani seguaci. Pronti ad ubbidire in vista di un posto al sole, quando Toti sara’ costretto ad ufficializzare lo strappo e a subentrargli. Nel frattempo, dopo il governatore ligure, qualcuno si metterà pazientemente in attesa del trapasso del presidente di Forza Italia che lascerà la leadership della sua creatura separandosene solo al momento del distacco dalla vita terrena.
Intanto Elio Domeniconi, collega ottuagenario da sempre ben informato sul dietro le quinte del centrodestra, posta sicuro “Segretissimo. Ieri a Roma si è tenuta una riunione dei coordinatori regionali. Poi si è parlato della posizione di Giovanni Toti. L’unico che ha preso la parola per difendere il governatore della Liguria è stato Sandro Biasotti. Al quale è stato annunciato che sarà sostituito e non verrà ricandidato. Poi ha preso la parola lo stesso Silvio Berlusconi. Da tempo non lo si vedeva così imbestialito. I risultati di Forza Italia in Liguria l’hanno convinto che bisogna cambiare tutto. Biasotti e Toti possono ormai considerarsi fuori”.
Eppure c’è chi nutre ancora grande fiducia per l’appuntamento di oggi pomeriggio. Paolo Binazzi è stato sin dall’inizio un sostenitore di Toti e posta: “Certo è un evento aperto a tutti e contro nessuno, ma soprattutto per costruire in un paese che è alla o sfascio….. lo diceva la frase finale di Via col vento “DOMANI È UN ALTRO GIORNO”. Preceduto da un post di incitamento: “Evvai Giovanni, avanti tutta, la rotta e’ quella giusta !!! Ma soprattutto è il giorno della speranza in un futuro democratico è pieno di meritocrazia”.
Poi ci sono i supporter di sempre. L’assessore della giunta Bucci Barbara Grosso che posta una immagine dal Brancaccio al fianco di Toti, o il consigliere comunale con delega al porto Francesco Maresca, arancione della prima ora e pronto al grande salto.
Maresca già il 13 giugno metteva le mani avanti in un post con foto al fianco a Berlusconi e altra immagine in compagnia di Toti. scriveva Maresca: “È stato un immenso onore pranzare un anno e mezzo fa ad Arcore a fianco del presidente Berlusconi quando ero coordinatore regionale del movimento animalista. Uno dei ricordi più belli della storia della mia vita, ma sono convinto davvero che ora quell’epoca sia finita e il futuro sia Giovanni Toti, quale leader del centro destra nazionale”. E poi c’è la professione di fede a qualche ora dall’appuntamento “ Domani saro’ con Giovanni al Brancaccio. Ci sarò perché è in atto un nuovo progetto politico che può davvero essere la risorsa migliore per questo paese. Cresciamo insieme”.
E comunque Maresca, per non sbagliarsi, si posiziona sempre alla destra del padre.
Poi in tema di saldi c’è quel vecchio adagio che ammonisce a non fare i conti senza l’oste che finisce sempre per contraddire le ben più rosee previsioni sul prezzo da pagare dei suoi clienti. E la fama degli osti nell’organizzare imbrogli ed essere capaci di sostenerli abilmente durante la presentazione del conto al momento in cui ebbe origine questa curiosa locuzione era largamente diffusa.
Poi me ne viene in mente un’altra forse addirittura più immediata, sempre in tema di saldi. Consiglia di non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso.
E partirono in torpedone da Genova, come fossero i turisti di una crociera approdati in porto e diretti verso un megacentrocommerciale qualunque. E poi dicono che Genova sia meravigliosa
Giona
Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.