Mafie in Liguria, i dati della DIA sui reati spia: nel 2018 più che triplicati gli incendi dolosi

TUTTI I DATI DELLA SECONDA RELAZIONE SEMESTRALE DELLA DIA PER IL 2018

Genova – Più che triplicati, in Liguria, i danneggiamenti seguiti da incendio che passano dai 15 segnalati nel 2017 ai 47 del 2018.

Reati sintomatici di criminalità organizzata

È un dato che emerge dall’ultima Relazione Semestrale della DIA, presentata questa mattina in conferenza stampa dal nuovo Capocentro di Genova, Mario Mettifogo.
Un dato che fa pensare.
I cosiddetti reati spia, infatti, sono il campanello d’allarme che fa intuire la presenza e la portata della criminalità organizzata su un territorio.

LA PRESENZA DELLA ‘NDRANGHETA, OGGI UN DATO ACQUISITO ANCHE A LIVELLO PROCESSUALE

Come rimarcato nelle precedenti Relazioni, la strategia di “mimetizzazione” attuata in Liguria dai sodalizi – soprattutto quelli calabresi – ha reso più difficoltoso, nel tempo, comprendere e far emergere la capillare infiltrazione nel territorio ligure della ‘ndrangheta, anche a livello di coscienza collettiva.

Tuttavia, gli esiti delle più recenti inchieste giudiziarie hanno svelato l’esistenza di una struttura criminale denominata Liguria, con proiezioni anche nel basso Piemonte, operante attraverso almeno quattro locali dislocati a Genova, Lavagna (GE), Ventimiglia (IM) e Sarzana (SP).
Tali organismi risultano coordinati tra loro e con il Crimine reggino attraverso la Camera di controllo, una struttura intermedia con sede a Genova. Le relazioni con gli organismi operanti in Costa Azzurra vengono, invece, intrattenuti attraverso la Camera di passaggio dislocata a Ventimiglia.
Per la provincia di Genova, tra le diverse operazioni antimafia degli ultimi anni, vale la pena richiamare “Maglio” (2000), “Maglio 3” (2010), “La Svolta” (2010) “I Conti di Lavagna” (2016) e “Alchemia” (2016), per quanto riguarda il Distretto ligure, nonché “Il Crimine” (2010) e “Albachiara” (2011), rispettivamente delle DDA di Reggio Calabria e di Torino.

Locali di ‘ndrangheta in Liguria

NEL 2018 LA CASSAZIONE CORREGGE IL TIRO E ANNULLA DUE PROCEDIMENTI D’APPELLO DELLA CORTE GENOVESE

Il 2018 ha visto anche la pronuncia di due sentenze importanti.
La prima quella dell’appello bis per “Maglio 3” che, dopo l’annullamento con rinvio da parte della Cassazione delle assoluzioni emesse dal giudizio precedente, ha stabilito 9 condanne per 416-bis.
Nel dettaglio: sette anni e nove mesi per Onofrio Garcea; sei anni per i  fratelli  Fortunato e Francesco Barilaro, Michele Ciricosta e Benito Pepè; quattro anni e otto mesi per Rocco Bruzzaniti, Antonino Multari e Lorenzo Nucera, e infine tre anni e un mese per Raffaele Battista.
La Corte d’Appello ha confermato, invece, l’assoluzione per Antonio Romeo, accusato di far parte del locale di ‘ndrangheta di Sarzana.
“Maglio 3” nasce grazie alla già citata inchiesta “Il Crimine” sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta  in Liguria, rappresentata dai Gangemi.

Poi c’è un altro appello bis, quello per “La Svolta”, imposto ugualmente dalla Cassazione che ha annullato un’altra volta le assoluzioni della Corte d’Appello di Genova.
I giudici hanno condannato a 10 anni e sei mesi Giovanni Pellegrino, a 9 anni e tre mesi Roberto Pellegrino e a 10 anni Maurizio Pellegrino. Sette anni ciascuno per Antonino Barilaro, Vincenzo Marcianò, Omar Allavena e per Giuseppe Cosentino.

NOVITÀ A LIVELLO NAZIONALE: IL PROVVEDIMENTO DI MODIFICA DEL REGIO DECRETO N.773/1931

Risale al 26 novembre del 2018 il Provvedimento di modifica dell’articolo 160 del Regio Decreto n.773/1931 che stabilisce l’obbligo per le cancellerie dei tribunali e delle corti d’appello di trasmettere ogni quindici giorni, anche per via telematica, il dispositivo delle sentenze di condanne irrevocabili a pene detentive al Questore della provincia in cui il condannato ha la residenza o l’ultima dimora, e al direttore della Direzione investigativa antimafia. Analogo obbligo sussiste per le cancellerie presso la sezione misure di prevenzione e presso l’ufficio  del G.I.P. in relazione alla comunicazione di copia dei provvedimenti ablativi o restrittivi, emessi nell’ambito delle rispettive attribuzioni, alle questure competenti per territorio e alla Direzione investigativa antimafia”.
Un aiuto non indifferente sia a livello preventivo che investigativo perché così si offre un quadro immediato e completo. Solitamente, infatti, gli inquirenti riescono a seguire le vicende processuali fino alla sentenza di merito, cioè quella di primo grado.

Documenti scaricabili:
SEMESTRALE DIA I SEM. 2018
SEMESTRALE DIA II SEM. 2018

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.