Genova – Questa mattina, la Digos della Questura di Genova ha consegnato al sostituto procuratore Gabriella Dotto la notizia di reato per altre 22 persone, tutte genovesi e di età media compresa tra i 20 e i 56 anni, che hanno partecipato agli scontri del 23 maggio in piazza Corvetto, in occasione del comizio per la chiusura della campagna elettorale di CasaPound.
Già nel mese di giugno la Digos di Genova aveva identificato e denunciato 26 persone, e dunque sale a 48 il numero dei manifestanti denunciati.
Proseguono le indagini per identificare altri soggetti le cui condotte integrano estremi di reato.
“Come ormai noto – si legge nella nota stampa inviata oggi dalla Digos – in concomitanza all’evento di estrema destra, e ad un contemporaneo presidio pacifico per contestare l’iniziativa di CasaPound sotto la Prefettura da parte della CGIL, ANPI e associazionismo vario, è stata indetta una contromanifestazione pubblicizzata sui siti d’area, a cui hanno aderito le componenti antagoniste, anarco-insurrezionaliste e portuali genovesi più radicali, di cui fanno parte gli indagati.
Grazie al meticoloso lavoro degli investigatori della Digos e alle riprese della Polizia Scientifica fatte sia preventivamente all’inizio della manifestazione sia durante la fase degli scontri si è potuta ricostruire la completa dinamica degli avvenimenti e si è arrivati a identificare e denunciare altri 22 autori delle condotte criminose. In particolare, come riscontrato dagli agenti, molti degli indagati hanno utilizzato, per non essere riconosciuti, la tecnica di cambiarsi indumenti e travisarsi durante gli scontri, ma proprio il lavoro di analisi delle immagini ha portato comunque al loro riconoscimento.
Anche in questa “seconda tranche”, sono compresi soggetti già noti alla Digos quali appartenenti alle aree antagoniste di alcuni centri sociali genovesi, portuali, e anarchico movimentiste ed insurrezionaliste, nonché anche alcuni “ultras” del genoa che sono stati dunque denunciati per resistenza aggravata, porto di oggetti atti ad offendere, getto pericoloso di cose, danneggiamento, travisamento e alcuni di essi per accensione pericolosa e lancio di fumogeni”.
Durante gli scontri, è rimasto ferito da una carica delle forze dell’ordine anche Stefano Origone, giornalista del quotidiano “La Repubblica”. Quattro sono gli agenti indagati per questo episodio.
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