Sgombero ex Villaggio Olimpico di Torino, Appendino: “Siamo un modello. Allontanamento avvenuto senza usare la forza”

Torino – Si è concluso in mattinata lo sgombero dell’ex Villaggio Olimpico di Torino con “la liberazione” – come l’ha definita la Sindaca, Chiara Appendino – delle ultime due palazzine, la grigia, dove si stima fossero installate 143 persone, e l’arancione, che si stima ne ospitasse 198.
In ragione dell’impossibilità di censire i soggetti assenti per motivi lavorativi e di formazione, al numero degli occupanti è stata stata attribuita dalla Questura di Torino la stima di un possibile aumento del 15%, che ha trovato riscontro all’esito delle operazioni di liberazione dell’immobile il cui dato definitivo si è assestato a 419 dimoranti.

L’ex-MOI era occupato da anni da famiglie di migranti provenienti da Somalia, Nigeria, Mali, Niger, Costa d’Avorio, Guinea, Gambia, Ghana, Etiopia, Senegal.
Gli occupanti erano tutti titolari di permessi di soggiorno: rifugiato, protezione sussidiaria, motivi umanitari (precedente normativa), protezione speciale, famiglia, lavoro, attesa occupazione, studio.

Oggi, con l’ultima tappa di questo “sgombero dolce” iniziato già a novembre del 2017, si apre il percorso di messa in sicurezza e riqualificazione della zona che vedrà la creazione di alloggi temporanei, studentati, e progetti di social housing.

Sonia Schellino

Soddisfatta la sindaca Appendino che ai giornalisti dichiara: “Questo è il modello Torino. Un modello perché non c’è stato l’uso della forza”, nonostante qualche criticità legata per lo più alla volontà di alcuni occupanti di non lasciare le piccole attività commerciali presenti nell’area,tra cui un mini market attrezzato, un barbiere, un attività di raccolta del ferro e di riparazione di biciclette.

Sul futuro delle famiglie migranti allontanate, invece, è la Vicesindaca Sonia Schellino ad aggiungere che “avranno un’altra collocazione e offerte lavorative”.

Secondo i dati della Questura di Torino, in effetti, 368 sono stati inseriti in progetti di accoglienza e formazione, mentre i restanti non hanno aderito  al programma di ricollocazione avendo già trovato soluzioni abitative alternative.

Scettica Valentina Reale di Medici Senza Frontiere che commenta: “Questa accelerazione può ostacolare il processo di integrazione e di regolarizzazione. Ci sono timori soprattutto per le persone più fragili”.
Medici senza Frontiere, proprio all’ex-MOI, stava portando avanti dal 2016 un progetto per l’assistenza sanitaria ai migranti.

https://fivedabliu.it/2019/04/15/allex-villaggio-olimpico-di-torino-un-progetto-di-msf-per-lassistenza-sanitaria-ai-migranti/

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